Anche le buche sono di destra e di sinistra: la Provincia approva due ordini del giorno contro i tagli
Centrosinistra e centrodestra contestano entrambi la “sforbiciata” sui fondi stradali, ma ciascuno vota per conto suo. Fallisce la mediazione del Patto Civico“Le buche delle strade non sono di destra o di sinistra, ma vanno riempite”: più che una citazione ormai è un mantra, ripetuto allo sfinimento da tutti i consiglieri provinciali che intervengono sul tema dei fondi stradali. Peccato che poi la politica butti sul tavolo questioni che il “buon senso” amministrativo da solo non basta a risolvere.
È il caso del taglio che il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini pianifica di imporre agli enti provinciali. Per la Provincia di Cuneo è una mazzata esorbitante: si parla di quasi 7 milioni di euro, che sarebbe il 70% dei già magri fondi a disposizione per asfaltature e rattoppi vari. In soldoni - è il caso di dirlo - si tratta di mettere non un tacun ma una pietra tombale sopra alle bitumature già programmate per l’anno 2025 e approvate dalla Regione. Comprese quelle sui 157 chilometri di strade su cui dovranno passare i ciclisti della Vuelta di Spagna il prossimo 24 agosto, nella tappa da Alba a Limone.
In attesa della Vuelta il tour lo sta facendo il presidente della Provincia Luca Robaldo, nel disperato tentativo di recuperare i fondi già impegnati. Il Consiglio provinciale è unanime nel lodarne lo sforzo, meno nelle strategie da adottare. La Nostra Provincia, ovvero il gruppo di Pd e centrosinistra, ha presentato un ordine del giorno più “pepato” (la definizione è del suo esponente di punta, Davide Sannazzaro) che era però disposto a limare per venire incontro agli equilibri dell’assemblea. Il centrodestra di Ripartiamo dalla Granda (Forza Italia e Fratelli d’Italia) invece cercava la mediazione, appellandosi all’apertura di un tavolo di concertazione con il MIT.
Alla fine si è arrivati al voto ed entrambi gli ordini del giorno sono stati approvati, ma con traiettorie ben diverse: quello del centrosinistra con l’astensione del gruppo di centrodestra, quello di Ripartiamo dalla Granda dopo l’uscita dall’aula dei consiglieri di La Nostra Provincia. Uno strappo annunciato, malgrado il tentativo dei centristi del Patto Civico di ottenere la ricucitura in extremis, prima di votare comunque sì a entrambe le proposte: “Usciremo dall’aula in caso rimanga in corsa l’altro odg: il nostro compito lo abbiamo fatto e ci sentiamo un po’ offesi, politicamente, dal fatto che subito dopo arrivi un altro ordine del giorno” aveva annunciato Sannazzaro. Granitica la risposta del forzista Simone Manzone: “Posso essere d’accordo sul fatto che ci sia un ordine del giorno solo, a patto che sia il nostro”.
In mezzo, le prese di posizione degli altri consiglieri. “L’odg presentato dal Pd andava allo scontro totale col governo nazionale sul tema delle risorse: dobbiamo essere più costruttivi” lamentava da destra Rocco Pulitanò di Fratelli d’Italia, mentre l’azzurro Massimo Antoniotti - padre putativo della famosa frase sulle buche “né di destra né di sinistra” - ha invitato a non drammatizzare: “Non comprendo il clamore che sta suscitando questo ennesimo odg: è uno strumento a disposizione del consiglio ed è giusto che venga utilizzato. Che vengano presentati due ordini del giorno ha valore rafforzativo, non diminutivo”.
“Abbiamo perso una grande occasione, mi sembra un deja vu di quando ci siamo trovati a votare le linee programmatiche della Provincia” aveva detto poco prima Sannazzaro, aggiungendo che “se le buche non sono di destra o di sinistra, basta un solo ordine del giorno. L’accusa sovente rivolta alla sinistra di essere demagogici o di politicizzare la partita la rimetto sul piatto”. Più polemica la collega Stefania D’Ulisse: “È la dimostrazione che in questo consiglio provinciale la politica c’è: se le ‘buone idee’ arrivano da una determinata parte non vengono accettate, anche se sono buone”.
I robaldiani del centro hanno provato, fino all’ultimo, a cercare la quadra: “Siamo tutti amareggiati da questi tagli, che non si riesca a mettere insieme un odg condiviso non va bene” ha dichiarato Silvano Dovetta, mentre Pietro Danna si concedeva una critica al “comportamento poco istituzionalmente corretto” del governo in questa occasione. “Il Patto Civico si sta trasformando in una succursale del Vaticano” ha scherzato infine Vincenzo Pellegrino, lanciando l’ultima, inascoltata proposta di conciliazione. È finita come coi colloqui russo-ucraini, si parva licet.
Andrea Cascioli

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