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    CUNEO - Thursday 12 June 2025, 13:16

    Cambiano le regole per i Centri diurni per disabili: una petizione per chiedere a Cirio di ripensarci

    Da settembre saranno esclusi i ragazzi che frequentano le strutture residenziali. La preoccupazione di una madre: "I nostri figli penalizzati in modo deplorevole"
    Immagine di repertorio
    Immagine di repertorio
    Riceviamo e pubblichiamo.
     
    Si è tenuta il giorno 6 giugno presso la struttura Cooperativa sociale Valentina di Caraglio (Cuneo) una riunione con alcuni familiari degli ospiti, molti come me non sono stati invitati, per non discutere ma decretare a fatto compiuto che l’ASL 1 di Cuneo, visto le nuove direttive della Regione Piemonte, ha deciso che dal mese di settembre del corrente anno i ragazzi che frequentano i residenziali non potranno più frequentare i Centri diurni.  O uno o l’altro!  Si leva il doppio servizio! Un fulmine al ciel sereno di cui sia noi come familiari, sia gli stessi operatori dei Centri non erano stati informati, e soprattutto non sono stati informati i nostri figli che ora con un preavviso davvero ridicolo devono metabolizzare e accettare le direttive regionali.  
     
    I piani alti hanno agito in sordina senza tenere presente il bisogno di continuità dei nostri figli, dichiarando che i residenziali dovranno intrattenere gli ospiti con attività adeguate alle loro capacità ed esigenze; chiedendo al residenziale di realizzare un progetto educativo e si sa che dall’ oggi al domani non si realizza un progetto strutturato in modo da favorire il benessere di questi ragazzi! Ragazzi con difficoltà differenti che solo dopo anni di progetti mirati hanno trovato un loro equilibrio… Ragazzi che frequentano i centri diurni, molti da decenni, ora si troveranno da settembre a perdere la loro quotidianità, le loro attività, amicizie e soprattutto gli affetti. Rapporti creati con fatica negli anni, relazionandosi pian piano, avendo fiducia negli operatori che sono per loro una seconda famiglia. I centri diurni una casa e ora grazie ai tagli della regione, si è pensato bene di cacciarli! Con la rassicurazione che saranno seguiti nei residenziali, non tenendo conto dei rapporti di amicizia instaurati negli anni con gli altri ragazzi  ospiti dei centri diurni,  con gli operatori che sanno bene, lavorando sul campo, quanto sia importante la sicurezza e la continuità per questi ragazzi, già tanto provati dalla vita; che ora si ritroveranno a vivere esclusivamente nei centri residenziali, e sottolineo: strutture valide e amorevoli verso i nostri figli, ma non preparate  ad accogliere 24 ore su 24, ragazzi abituati a vivere nei centri diurni, con i loro amici, con le loro attività, con quella sicurezza che ora verrà a perdersi.   
     
    Chi ha trovato questa soluzione categorica, non ha pensato minimamente ad una via di mezzo che non penalizzasse così duramente i nostri figli in modo assolutamente deplorevole. 
     
    Se il problema è economico, e sicuramente lo è, si poteva richiedere una quota mensile per la frequenza, ma non si può! I centri non sono strutture private per cui la regione non ci permette di pagare per aiutare i nostri figli, ma preferisce sbatterli fuori, ragazzi disabili che necessitano di un luogo in cui si sentono accolti e protetti, ragazzi come il mio e tanti altri che in quei centri sono cresciuti… hanno imparato a sorridere e ora di punto in bianco gli si chiude la porta in faccia. No!  Non lo accetto né come madre di un figlio disabile, né come essere umano pensante, e come me molte altre famiglie e operatori del settore. 
     
    Nella mia esperienza personale con due figli disabili, affetti da malattia rara, Abele il mio primogenito è tra i due il più bisognoso di assistenza. Mio figlio in quella struttura ha imparato a mangiare insieme agli altri, ha imparato ad uscire in gruppo, ad avere amicizie, ha tolto il pannolone!  Ha imparato a vivere! Ha fatto progressi impensabili. Quasi miracolosi! Potrei farvi un elenco lunghissimo dei traguardi raggiunti grazie alla cooperazione degli operatori del Centro diurno casamica; e come il mio molti altri giovani sono stati seguiti egregiamente. I Centri diurni sono risorse fondamentali per dare a questi ragazzi una vita dignitosa e piena di esperienze!  E ora, dopo tutto questo lavoro, questi giovani già con tante problematiche con cui convivere rischiano una regressione, perderanno punti di riferimento indispensabili per loro! Ma a questo non si è pensato minimamente, senza il Centro diurno Casamica non avrebbe imparato a sorridere! Non avrebbe imparato a mangiare insieme agli altri, ad andare al mare, ad uscire in gruppo. Io devo tantissimo al centro diurno Casamica di Busca! Come altre famiglie lo devono a tutti i centri diurni sparsi nella regione. E la regione e chi la gestisce deve a mio figlio e a tutti i ragazzi disabili il giusto rispetto che ora qui sta venendo a mancare.
     
    Un rispetto ed un diritto stabilito anche dal Decreto Legislativo 62 in vigore dal 30/06/2024 che sancisce il diritto della persona in condizione di disabilità ad avere attivato ed elaborato un “progetto di vita” individuale, personalizzato e PARTECIPATO che tenga conto delle reali necessità della persona che è quindi al centro della progettazione sopra-citata. Un “progetto di vita” che se rimodulato deve seguire, come sancito dall’articolo 27,  “il  principio  di continuità dell'assistenza e perseguendo, per qualità, quantità  e intensità, livelli di organizzazione e di prestazioni non  inferiori a quelli precedenti” cosa che non può essere garantita da una struttura residenziale che si occupa di rispondere a bisogni completamente diversi e che per organizzazione/personale non sarebbe quindi in grado di erogare gli stessi livelli prestazionali di un Centro Diurno. Oltre a questo nello stesso Decreto Legislativo si parla all’art. 17 dell’ Accomodamento ragionevole in cui viene sancito che è anche possibile da parte del soggetto con disabilità e suo rappresentante (genitore, amministratore di sostegno con poteri, etc.) di formulare delle PROPOSTE ma questo non è stato tenuto minimamente in considerazione. Si potrebbe continuare citando tutti gli articoli presenti ed il risultato è che in questa vicenda l’attuale Decreto Legislativo 62 non viene minimamente applicato come previsto ed anzi viene PRESA e messa in ATTO una decisione, senza la possibilità di nessun tipo di contrattazione, che viene solamente SUBITA dalla persona in condizione di disabilità senza poter fare nulla. Un fatto a dir poco grave!
     
    Per cui chiedo al Presidente Cirio di rivalutare questa direttiva. Di trovare una soluzione, anche chiedendo alle famiglie un pagamento mensile, perché qui non si mette in discussione l’esigenza economica della Regione, ma il non diritto di continuità al benessere soprattutto psichico dei nostri figli!
     
    Chiedo a chi di dovere, a chi può aiutare me e tante altre famiglie a far sì che i nostri figli non gli venga negato il diritto alla loro seconda famiglia in cui da anni convivono felicemente.
     
    Non fate che il sorriso di mio figlio e dei tanti altri ragazzi già così provati dalla vita si spenga. Non fate che debbano rinunciare ai Centri diurni! Urge l’aiuto di tutti! 
     
    Firmate la petizione! Condividete questa petizione con amici e familiari, abbiamo bisogno di tutto il sostegno possibile perché oggi sono i nostri figli, ma domani potrebbero essere i vostri…
     
     
    Lettera firmata
     
    QUI la petizione aperta su Change.com.
    Redazione
    luogo CUNEO
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    Tag:
    centri diurni
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