Carceri sovraffollate, un ordine del giorno di Lauria denuncia l’emergenza
I detenuti sono 63mila, a fronte di meno di 47mila posti disponibili. Nei primi otto mesi del 2025 ci sono stati 60 suicidi tra carcerati e operatori e 2mila aggressioniL’emergenza carceraria torna in discussione nel Consiglio comunale di Cuneo. Se ne parlerà nella prossima seduta, fra tre settimane, grazie a un ordine del giorno presentato da Beppe Lauria del movimento Indipendenza.
In provincia gli istituti penitenziari sono quattro, un record a livello nazionale, con una popolazione carceraria che ammontava a 912 persone nel marzo scorso. A Cuneo, in soli due anni, è cresciuta da 240 unità fino alle attuali 400, con la compresenza di due circuiti tra loro molto diversi, la media sicurezza e il 41 bis. Un altro fronte caldo è quello di Alba, dove i “lavori in corso” si protraggono dal 2016: l’ex casa circondariale, trasformata in casa di lavoro, accoglie una cinquantina di detenuti, molti dei quali hanno problemi psichiatrici. Solo nel mese di agosto i sindacati hanno denunciato quattro episodi di devastazione o aggressione ai danni del personale e la videosorveglianza è ora fuori uso.
Nel documento presentato da Lauria si riportano i numeri di un’emergenza che, a livello nazionale, è anche più grave. Al 28 agosto 2025 la popolazione detenuta in Italia aveva superato le 63.000 unità, a fronte di circa 46.700 posti disponibili, con un tasso medio di sovraffollamento del 135%. Nei primi otto mesi dell’anno si sono registrati 57 suicidi tra i detenuti e 3 tra gli operatori, insieme a oltre 2.000 aggressioni agli agenti. Ad aggravare il tutto è la cronica carenza di organico della Polizia penitenziaria, dove le unità scoperte superano la soglia delle 20mila.
In campo c’è un ddl ribattezzato “salva detenuti”, con cui la parlamentare Anna Rossomando (Pd) propone la liberazione anticipata per i condannati con pena residua inferiore a 18 mesi e per reati non gravi. Una versione rivista della norma adottata durante il Covid, con il decreto “Cura Italia” che stabilì la possibilità, per i detenuti con pene non superiori a un anno e mezzo, di scontare la pena ai domiciliari o in strutture di cura. Si tratterebbe di una versione attenuata del piano proposto da Roberto Giachetti di Italia Viva, volta ad aumentare gli sconti di pena dagli attuali 45 giorni per ogni sei mesi di detenzione per buona condotta fino a 75 giorni, con efficacia retroattiva per chi è stato detenuto negli ultimi dieci anni. Proposte che “pur non risolutive, rappresentano una soluzione emergenziale”, secondo Indipendenza.
Il sovraffollamento carcerario, si legge nell’ordine del giorno, “impedisce di costruire percorsi trattamentali di sorveglianza, rieducazione e reinserimento, lasciando le persone detenute in uno stato di abbandono e di esposizione al reclutamento criminale comunque presente nelle carceri. In questo modo l’esperienza carceraria aumenta il rischio di recidiva invece che contrastarlo, a tutto danno della sicurezza dei cittadini e dell’efficacia della pena”. Un tema che il leader del partito Gianni Alemanno, detenuto a Rebibbia dal 28 gennaio per violazione delle prescrizioni imposte dopo una condanna per traffico di influenze, ha sollevato nel suo “diario di cella” pubblicato a puntate sulla propria pagina Facebook.
Ai consiglieri cuneesi si chiede ora di esprimere il consenso all’adozione di misure deflattive della popolazione carceraria, ma anche a un piano straordinario di potenziamento degli organici della Polizia penitenziaria, ad interventi immediati di ristrutturazione e messa a norma degli istituti penitenziari e a una riforma organica “che assicuri effettivamente la funzione rieducativa della pena”.

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