Caro Irpef, la stangata è servita: l’addizionale regionale aumenta fino a 106 euro all’anno
La maratona delle opposizioni non ferma la manovra balneare lacrime e sangue: “Creerà disagi al ceto medio” tuonano le minoranzeNon è bastata la battaglia delle opposizioni in Consiglio regionale, dove c’è stato chi - la cuneese di Avs Giulia Marro - si è portato pure i cuscini da casa nel tentativo di far rimandare a dopo le vacanze l’aumento dell’Irpef.
La manovra è stata votata a maggioranza, mentre le minoranze srotolavano in aula lo striscione “Cirio alza ancora le tasse”. Il diretto interessato ha fatto l’opossum - per riprendere l’analogia etologica cara all’allora consigliere regionale Paolo Bongioanni. Cioè non si è fatto vedere, beccandosi perciò ulteriori critiche. Nel concreto, la stangata balneare prevede per i periodi di imposta 2026 e 2027 l’applicazione di una maggiorazione all’aliquota dell’addizionale regionale dello 0,55 per cento per i redditi oltre i 15 mila e fino 28 mila euro, dello 0,56 per cento per i redditi oltre i 28 mila e fino a 50 mila euro. Nel concreto sono 33 euro in più all’anno per chi guadagna più di 15 mila euro ma meno di 28 mila, 106 euro per chi sta tra i 28 e i 50 mila. Nessuna variazione per i redditi sotto i 15 mila euro (che restano all’1,62%), né per quelli sopra i 50 mila, già al massimo con il 3,33%. Il conto lo paga il ceto medio, insomma.
Dal periodo di imposta 2026 saranno comunque applicate detrazioni di 100 euro per i contribuenti con più di due figli a carico, per ciascun figlio, di 500 euro per i contribuenti con figli a carico portatori di handicap, sempre per ciascun figlio. Dal 2028 l’aliquota dell’addizionale regionale sarà rimodulata con il passaggio da quattro a tre scaglioni di reddito. Ma l’approvazione sarà definitiva con la votazione finale, ormai in dirittura d’arrivo, del disegno di legge “Assestamento al bilancio di previsione finanziario 2025-2027”. Nella seduta di oggi sono stati votati quasi tutti i 1367 emendamenti presentati e lunedì l’Aula dovrebbe chiudere l’esame del provvedimento, esaminando poi i 32 atti di indirizzo collegati.
Nel corso della mattina si è svolta la discussione generale sul provvedimento, con gli interventi dei relatori, Debora Biglia (Fi) per la maggioranza, Sarah Disabato (M5s), Fabio Isnardi (Pd) e Alice Ravinale (Avs) per l’opposizione. Sull’Irpef, i consiglieri di maggioranza hanno rimarcato la necessità di introdurre l’aumento per evitare la diminuzione dei successivi trasferimenti da parte dello Stato, mentre i consiglieri di opposizione hanno obiettato che creerà disagi in particolare ai cittadini del ceto medio, soprattutto dipendenti e pensionati con redditi da 15 a 28 mila euro. Hanno sostenuto che sarebbe stato meglio reperire i fondi necessari recuperando le tasse non pagate, per esempio quelle sul bollo auto.
L’aula ha inoltre approvato un emendamento a firma Marina Bordese (Fdi) in materia di contributi ai comuni per l’adeguamento degli strumenti urbanistici alle scelte della pianificazione regionale, e due emendamenti presentati da Nadia Conticelli (Pd) che prevedono l’istituzione di un fondo per favorire l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza, con l’obiettivo di integrare la dotazione statale del reddito di libertà, garantendo la copertura delle domande ammissibili ma non soddisfatte per esaurimento delle risorse nazionali. Infine, l’emendamento a firma Domenico Rossi (Pd) in materia di cave che rivede gli oneri per i diritti di escavazione a decorrere dal 1° gennaio 2026. Gli oneri saranno poi aggiornati ogni due anni sulla base dell’indice Istat.

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