Caro treno, quanto mi costi? Chi viaggia da Cuneo a Torino paga oltre il 21% in più rispetto al 2019
Un’interrogazione di Giulia Marro (Avs) riaccende la polemica: “Un abbonamento annuale sulla tratta arriva a costare 1.213 euro. Cifra enorme che scoraggia l’uso”“Continua la farsa dell'impegno da parte di questa giunta a potenziare il trasporto pubblico locale, nella regione con la qualità dell’aria peggiore d’Italia”: così il gruppo consiliare di Alleanza Verdi e Sinistra commenta le risposte ottenute alle tre interrogazioni sul tema dei trasporti, da parte del presidente Alberto Cirio e dell’assessore competente Marco Gabusi: “Se la coperta economica è corta, nulla si sta facendo per rimediare e destinare più risorse ad Agenzia per la Mobilità Piemonte. Mentre fondi importanti della Regione finiscono in opere la bretella TAV sotto la collina morenica, Cirio e Gabusi hanno confermato aumenti, soppressioni e le promesse in campagna elettorale non mantenute”.
La consigliera Giulia Marro ha chiesto conto degli aumenti delle tariffe scattati il 1° luglio: “L’ennesimo degli ultimi anni” si rileva. Aumenti che pesano sulle tasche dei cittadini “senza alcun miglioramento tangibile del servizio”. “Una scelta miope che rischia di allontanare sempre più persone dall’uso del trasporto pubblico. - commenta Marro - Dal 2019 a oggi il costo dei biglietti è aumentato del 21,51%, con sei rincari consecutivi decisi dalla Giunta Cirio: l’ultimo, dello 0,60%, è entrato in vigore proprio questo mese. Ad esempio chi si sposta come me da Cuneo a Torino in sei anni ha visto il costo del biglietto singolo passare da 7 euro a 8,50 euro, un aumento del 21,42% a fronte di un servizio che, invece di migliorare, è peggiorato: meno corse, ritardi cronici e treni spesso sovraffollati. Un paradosso se si pensa che in Austria, con poco più di 1.170 euro, si può viaggiare per un anno intero su tutti i mezzi pubblici del Paese. In Piemonte, invece, un abbonamento annuale per la sola tratta Cuneo–Torino arriva a costare 1.213 euro. Una cifra enorme, che scoraggia l’uso del mezzo pubblico e colpisce chi ogni giorno si muove per lavoro o studio”.
“Mentre in altre regioni italiane gli aumenti vengono compensati con risorse proprie per non gravare sugli utenti, - conclude il gruppo Avs - e considerando che Gabusi aveva promesso, nella commissione del 28 gennaio 2025, che quest'anno non ci sarebbero stati aumenti, la giunta è di nuovo venuta meno a questo impegno, e a farne le spese sono i e le pendolari. Di fronte a questo la giunta ha saputo dare la responsabilità a un generico aumento dei costi operativi, rielencando una serie di investimenti che hanno a che fare più con il mantenimento di un servizio poco sufficiente più che con un potenziamento dei servizi”.

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