Cascina Vecchia, Boselli vuole la commissione d’inchiesta
“Nessun lavoro interno è stato eseguito dai gestori” denuncia il capogruppo di Indipendenti. Nel mirino la modifica del contratto di concessione con Open BaladinLe risposte fornite nell’ultimo Consiglio comunale non bastano a sopire i dubbi del capogruppo di Indipendenti sulla vicenda di Cascina Vecchia. Giancarlo Boselli torna alla carica, a tre settimane di distanza, chiedendo l’istituzione di una commissione speciale d’inchiesta.
A norma di regolamento comunale, questo tipo di commissioni possono essere istituite per effettuare indagini conoscitive, esaminare argomenti di particolare interesse e presentare relazioni e proposte all’assemblea. I componenti, in misura di tre o cinque, sono eletti rispettando le proporzioni tra maggioranza e opposizioni: alla minoranza spetta di diritto la presidenza quando alla commissione sia attribuita una natura di controllo e garanzia.
“L’importante progetto di rifunzionalizzazione di Cascina Vecchia è costato al Comune fino ad oggi oltre 2,5 milioni di euro” ricorda Boselli, riepilogando i vari passaggi dalla consegna delle chiavi ai gestori (“che avrebbero dovuto provvedere al completamento e all’arredo degli interni”) fino all’ultimo sopralluogo del gruppo Indipendenti, dopo che Open Baladin aveva già annunciato l’intenzione di rescindere il contratto per motivazioni di ordine economico - in mezzo, com’è noto, c’è stata l’asta per la Tettoia Vinaj, affidata alla stessa Open Baladin per un canone annuo di 120mila euro.
Boselli menziona il fatto che al momento del sopralluogo - il 18 marzo scorso - “nessun ulteriore lavoro all’interno dell’immobile fosse stato fatto” e chiede “per quali motivi fossero state fatte modifiche contrattuali non essendo stato eseguito all’interno dei locali alcun lavoro (neanche parzialmente) di competenza dei gestori”. Una questione già affrontata in Consiglio comunale, per la verità, quando l’assessore alla Cultura Cristina Clerico aveva replicato che la modifica contrattuale “è nell’interesse dell’ente, perché ha fatto seguito a lavori ulteriori che sono stati eseguiti ed era normale avvenisse prima dell’intervento del concessionario”.
Resta, a distanza di quasi quattro mesi dal fatidico annuncio dell’Open Baladin, il rischio che “questa situazione di stallo indefinita possa continuare”. Le interlocuzioni, ha ribadito la giunta, sono tuttora in corso con l’obiettivo di “comprendere bene la posizione del concessionario” ed evitare - di conseguenza - ulteriori strascichi legali. In mezzo c’è un precedente, quello della Tettoia Vinaj, che fa paura.
Andrea Cascioli

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