"Caso prenotazioni fittizie un tentativo del personale di trovare soluzioni alle inefficienze del sistema"
L'intervento del Comitato Vivere la Costituzione sulle liste d'attesa in sanità: "Non bisogna sviare dal problema reale, l’incapacità di soddisfare le richieste dei pazienti"Riceviamo e pubblichiamo.
In questi giorni è tornato alla ribalta il tema della liste d’attesa, in particolare si è acceso un dibattito in merito alle prenotazioni fittizie effettuate c/o l’Asl CN1 e l’Azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo e riguardanti le prestazioni radiologiche e non solo. Il caso delle prenotazioni fittizie evidenzia il tentativo del personale sanitario di trovare comunque una soluzione praticabile al bisogno di salute delle/dei pazienti per supplire alle inefficienze di un sistema sanitario non governato dalla Regione. Pur comprendendo il senso dell’iniziativa, ribadiamo l’importanza del rispetto delle normative e di una comunicazione trasparente e chiara rivolta alle cittadine e ai cittadini, come è stato richiamato in Consiglio Regionale.
E non bisogna sviare dal problema reale che continua a essere l’incapacità del sistema sanitario piemontese di soddisfare le richieste dei pazienti nei tempi previsti per le varie prestazioni sanitarie, secondo le classi di priorità definite. I diciannove sportelli salute del Comitato Vivere la Costituzione, avviati in provincia, continuano a registrare ritardi e inefficienze nel sistema di prenotazione. Le criticità riguardano non solo i tempi di attesa ma anche il perimetro limitato dell’attivazione del percorso di tutela unicamente alle prestazioni sanitarie oggetto di
monitoraggio da parte del Ministero, escludendo tutta una serie di esami e prime visite ugualmente importanti per la tutela della salute delle persone (es. sono escluse le prime visite psichiatriche...). Nda.: ricordiamo che il percorso di tutela permette di chiedere una revisione dei tempi di prenotazione nel rispetto di quanto previsto per legge e quindi una rettifica dell’appuntamento dato in prima istanza.
Inoltre, stante la carenza di personale sanitario, in alcuni casi non viene rispettato il principio della prossimità e della raggiungibilità delle strutture rispetto alla propria residenza, creando disagio e in talune situazioni, rendendo nei fatti impossibile effettuare la prestazione da parte di pazienti con fragilità evidenti (persone anziane e con difficoltà a spostarsi). Il Centro Unico di Prenotazione non sta dando soluzioni, ma anzi certifica il fallimento del sistema delle liste di attesa. Non ci sono le prese in carico delle richieste, le persone sono costrette a richiamare più volte senza vedere soddisfatti i propri bisogni, aumenta il ricorso alla sanità privata, per chi può permetterselo, e le rinunce per chi non può sostenere ulteriori esborsi per garantirsi le cure di cui ha necessità (il Piemonte è sopra la media nazionale nella triste classifica di chi rinuncia a curarsi). Quindi l’invito che rivolgiamo all’assessore Riboldi e a tutta la giunta Cirio è di rispettare la legge e intervenire al fine di garantire l’effettivo diritto alla salute di tutte le cittadine e tutti i cittadini piemontesi. La politica è chiamata a fare delle scelte e chi governa ha l’obbligo di prendere atto delle segnalazioni ricevute e di avanzare proposte credibili.
Continuare - da parte dell’Assessorato regionale - una discussione sterile su un’esperienza cuneese, per certi versi apprezzabile per lo sforzo di limitare il disagio dei pazienti chiamati a effettuare alcuni esami strumentali, ci sembra l’ennesimo tentativo di nascondere l’incapacità di assumere interventi efficaci e risolutivi da parte di una classe dirigente regionale in evidente difficoltà.
Cuneo, 29 settembre 2025
Il Comitato Vivere la Costituzione

Salute