Chi ha lavorato in Albania ora potrà far valere i suoi diritti previdenziali
In vigore dal 1 luglio l’accordo bilaterale, coinvolge oltre 37mila cittadini albanesi solo in Piemonte. Si potranno sommare i contributi nei due PaesiDopo anni di attese e speranze, il 1° luglio 2025 segna una data storica per migliaia di cittadini albanesi che hanno lavorato tra l’Italia e il loro Paese d’origine: è entrato in vigore l’accordo bilaterale tra Italia e Albania in materia di sicurezza sociale, firmato nel 2023 e ratificato dal Parlamento italiano con la legge n. 29 dell’11 marzo 2025.
“Un’intesa che riconosce e tutela i diritti previdenziali dei lavoratori che hanno versato contributi in entrambi i Paesi, rendendo finalmente possibile sommare i periodi lavorativi italiani e albanesi ai fini pensionistici” sottolinea il patronato Ital Uil Cuneo: “Un passo avanti concreto verso la giustizia sociale, che premia il lavoro, l’impegno e la dignità di una comunità che ha contribuito per decenni allo sviluppo dell’Italia”. “È un risultato atteso da tempo, che risponde a un bisogno profondo di equità” spiega Danila Garelli, responsabile del patronato, che da settimane è impegnato a informare e assistere i lavoratori interessati: “Riceviamo ogni giorno telefonate di persone che non sapevano come riscattare anni e anni di contributi, magari versati in Albania prima dell’arrivo in Italia. Ora è possibile valorizzare ogni periodo lavorativo, senza perdere diritti, né in un Paese né nell’altro”.
Il patronato ha già attivato uno sportello dedicato e organizzerà nei prossimi mesi giornate informative in varie città della provincia, per permettere anche a chi vive nei piccoli comuni di accedere facilmente al servizio.
Ma come funziona concretamente? L’accordo prevede il principio di parità di trattamento e la totalizzazione dei periodi assicurativi non sovrapposti. Questo significa che, per ottenere una pensione, si potranno sommare i contributi versati nei due Paesi e ogni Stato pagherà la propria quota, calcolata in proporzione agli anni di lavoro maturati nel proprio territorio. L’intesa copre anche invalidità, pensioni ai superstiti, disoccupazione, malattia e maternità, offrendo così una tutela completa a migliaia di lavoratori e alle loro famiglie. Inoltre, per i lavoratori distaccati è previsto il mantenimento dell’assicurazione nel Paese d’origine fino a 24 mesi.
La portata dell’accordo è significativa, soprattutto in regioni come il Piemonte, dove secondo i dati forniti dalla Cisl - risiedono oltre 37.000 cittadini albanesi, che rappresentano una delle comunità straniere più numerose e attive sul piano lavorativo. Secondo una stima regionale circa il 30% lavora nell’edilizia, il 16% nell’industria e nei trasporti, il 9% nella ristorazione. “Sono operai, muratori, autisti, camerieri, artigiani, badanti. - aggiunge la Uil - Persone che hanno spesso lavorato in condizioni difficili, ma con straordinaria dignità, contribuendo al benessere del territorio e della nostra economia. Un tessuto vitale e produttivo, che ora può guardare alla pensione con maggiore serenità”.
A livello operativo, l’INPS ha pubblicato la circolare n. 106 del 1° luglio e il messaggio n. 2211 del 10 luglio 2025, fornendo le istruzioni per la presentazione delle domande. I residenti in Italia possono presentare la richiesta esclusivamente in via telematica, tramite il sito dell’INPS o con l’assistenza di un patronato. I residenti in Albania, invece, devono rivolgersi all’ISSH (l’Istituto albanese per la previdenza sociale), che si occuperà di trasmettere la domanda al polo INPS di Perugia. Sono già attivi formulari bilingue (italiano/albanese), in attesa dell’avvio di un sistema digitale automatizzato tra i due enti previdenziali. Le prime pensioni saranno erogate con decorrenza dal 1° luglio 2025.

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