Coronavirus, i danni per le imprese piemontesi: tutti i numeri settore per settore
I dati sono stati forniti da Confcommercio, che negli ultimi giorni ha effettuato un monitoraggio in particolare per quanto riguarda il commercio e il turismoAnche se in Piemonte i casi di Coronavirus sono di fatto pochi - uno accertato a Torino, altri cinque sospetti in attesa di conferma dal Ministero della Salute ad Asti e Novara - anche la nostra regione negli scorsi giorni si è ritrovata a dover fare i conti con la “psicosi” e con i suoi effetti sul sistema economico. Il settore turistico è stato senz’altro il più colpito: già martedì 25 febbraio Giorgio Chiesa, vice presidente regionale di Federalberghi, aveva parlato del 70% di prenotazioni cancellate in provincia di Cuneo, sia dall'Italia che dall'estero. In quest’ottica Confcommercio ha avviato un monitoraggio sulle imprese del commercio e del turismo in Piemonte, i cui primi risultati sono stati illustrati in una conferenza stampa organizzata stamattina, venerdì 28 febbraio, presso la sede cuneese dell’ente. I dati, su base regionale, si riferiscono ai fatturati settore per settore dell’ultima settimana, raffrontati ai numeri dello stesso arco di tempo in condizioni normali.
Gli effetti più pesanti, per forza di cose, sul settore degli eventi e delle discoteche, di fatto bloccato del tutto dall’ordinanza emessa da Regione Piemonte e Ministero della Salute valida (almeno) fino a domenica 1° marzo: per entrambi i comparti il calo del fatturato è del 100%. Calo del 90% per le guide turistiche, -85% per il turismo d’affari, -80% per gli impianti sportivi e per il commercio ambulante non alimentare (quello alimentare registra un -50%). Le cancellazioni delle prenotazioni hanno generato per le strutture ricettive un calo del fatturato del 75%, mentre i bar registrano un -40% (dato analogo per i ristoranti), che diventa -70% per i locali nelle aree interessate da eventi soppressi. Calo del 70% per i benzinai, -40% per i tassisti. Il fatturato per i negozi di abbigliamento e per le gioiellerie è calato del 50%, -40% per parrucchieri, estetisti e fioristi, -30% per i negozi di arredamento.
Confcommercio ha anche fornito un confronto tra i dati piemontesi e quelli relativi alla provincia di Cuneo: l’andamento della Granda segue quello regionale sostanzialmente in tutti i settori, senza differenza significative.
Gli unici comparti che hanno registrato una crescita sono quelli “presi d’assalto” da chi nei giorni scorsi si è fatto sopraffare dalla psicosi Coronavirus: +30% per le farmacie e per i negozi di prodotti di igiene della persona e della casa, +25% per il commercio alimentare. “Ma è un dato che verrà compensato nelle prossime settimane, in cui chi ha fatto provviste ora farà chiaramente meno acquisti”, ha spiegato il presidente di Confcommercio Cuneo Luca Chiapella durante la conferenza stampa.
a.d.

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