Coronavirus, in Piemonte niente uscite genitori-figli: 'Qui continuano a valere le regole più restrittive'
Nuovo scontro Governo-Regioni. Il governatore Cirio: 'Bisogna stare a casa'. Il viceministro Crimi: 'Far uscire un bambino di due anni è più importante di portare fuori il cane'
Un no molto forte alla circolare del Viminale che consente ai genitori di minori di fare passeggiate intorno alla propria casa con i figli arriva dalla Regione Piemonte. “Continuiamo con la linea del rigore e continuiamo a restare a casa. Nessun allentamento delle misure di contenimento”, ha precisato il presidente della Regione Alberto Cirio dopo l’apertura da parte del Governo a brevi passeggiate genitore-figlio. “Nella nostra regione continuano a valere le regole più restrittive. Bisogna continuare a stare a casa. Solo così vinceremo la battaglia”.
Si apre dunque un nuovo fronte di scontro tra le Regioni e il Governo sulla gestione dell'emergenza coronavirus. Dopo la questione degli aiuti ora la polemica si sposta sulla rigidità delle misure. Le parole di Cirio fanno seguito all'intervento del suo omologo lombardo Attilio Fontana, che in mattinata aveva dichiarato a Radio Uno: "In Lombardia non cambierà nulla di quello che c'è nella mia ordinanza, è un errore psicologico, è la dimostrazione che si stanno alzando le difese, che si sta mollando la presa, che la gente deve illudersi che stia finendo tutto. Questo è l'effetto più sbagliato".
Per il Governo ha replicato a distanza il viceministro agli Interni Vito Crimi ai microfoni di Radio Anch'io: "Non c'è alcun allentamento dei controlli, la circolare si riferisce ai bambini molto piccoli, per cui uscire è una necessità, non certo a un 15enne: non possiamo far pagare quello che sta accadendo ai bambini piccoli, non possono essere vittime dell'isolamento". Conclude il capo politico del M5S: "È chiaro che per un bambino di due anni che vive in un appartamento di 40 metri quadri c'è una necessità di farlo uscire ancora più importante di portare fuori il cane".
s.m.
CUNEO 
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