Cuneo, centinaia di africani in piazza Galimberti contro il neocolonialismo nel Sahel

Bandiere e musica in piazza Galimberti, molti manifestanti che indossano la maglietta della propria nazionale in un clima di festa. Non si tratta però dei festeggiamenti per una vittoria calcistica ma di una manifestazione indetta dalle dalle associazioni Burkina Be di Cuneo e di Torino e dall’associazione dei Maliani di Cuneo.

 

Si chiede libertà e pace, contro “il colonialismo, il terrorismo e l’ingerenza degli Stati stranieri in Africa”. Il corteo, partito dalla prefettura, ha raggiunto la piazza centrale di Cuneo dove hanno preso la parola i rappresentanti delle comunità, per denunciare quanto sta accadendo nei Paesi di origine e ribadire “l’importanza che siano i rispettivi popoli a decidere i propri governi”.

 

Si chiede a gran voce che “i Paesi stranieri che da sempre considerano l’Africa una terra da conquistare, pongano fine alle indebite pressioni e rispettino l’indipendenza e la sovranità di Burkina Faso, Mali e Niger come previsto dal diritto internazionale”. I tre Stati della regione saheliana sono al centro di una contesa geopolitica sfociata nell’espulsione dei militari francesi e nella conclusione dell’operazione Barkhane che l’esercito di Parigi aveva avviato nel 2014 contro i gruppi islamisti della zona. I nuovi governi del “G5 Sahel”, organismo di cooperazione tra cinque Stati dell’area che include anche Mauritania e Ciad, guardano ora alle nuove potenze, in particolare la Russia.

 

L’adesione alla manifestazione di Cuneo da parte della consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra Giulia Marro ha provocato anche una polemica da parte di Azione: “Troviamo profondamente inopportuna la promozione tramite i propri canali social - dichiarano il segretario provinciale Giacomo Prandi e il coordinatore cittadino di Azione Cuneo Nicolò Musso -, da parte della consigliera regionale del Piemonte Marro, di una manifestazione a Cuneo in sostegno ai regimi golpisti e filorussi di Mali, Niger e Burkina Faso. È difficile comprendere come si possa dare legittimità a governi militari che hanno interrotto processi civili e istituzionali, in netto contrasto con i principi di legalità e responsabilità internazionale che dovrebbero guidare chi ricopre ruoli pubblici”.

 

“Troviamo inoltre paradossale - aggiungono gli esponenti del partito di Calenda - che all’interno della manifestazione si evochi il tema del colonialismo, dimenticando completamente – o forse volutamente ignorando – che i regimi in questione sono saliti al potere grazie al sostegno diretto della Russia e del gruppo Wagner. Un’alleanza motivata non certo da spirito di liberazione, ma dal chiaro obiettivo di sfruttare a proprio vantaggio le risorse naturali di quei Paesi, condizionandone pesantemente le scelte politiche interne ed estere. Ci auguriamo che simili iniziative non trovino più spazio nel dibattito pubblico piemontese e italiano, e che il sostegno alle democrazie resti un punto fermo per tutte le forze politiche e istituzionali”.

Andrea Cascioli