Cuneo, niente cittadinanza onoraria a Francesca Albanese: “Non c’è condivisione”
L’odg della sinistra civica rispedito al mittente. Parte della maggioranza è d’accordo, ma contesta il metodo: e in aula scoppia la bagarreLa cittadinanza onoraria a Francesca Albanese può attendere, dice il Consiglio comunale di Cuneo. Questione di metodo, più che di merito, a sentire gli interventi che si susseguono. Ma non per questo meno insuperabile: il perché lo spiega, a nome della maggioranza, il capogruppo di Cuneo Civica Luca Paschiero, rispondendo alle rimostranze dell’opposizione di sinistra.
“Ci eravamo impegnati tempo fa a trattare le richieste di cittadinanza onoraria solo dopo un confronto serio e condiviso tra tutte le forze politiche. - premette Paschiero - Non per frenare le iniziative, ma per garantire che un riconoscimento così importante avesse la massima legittimazione”. Detto in altre parole: le proposte di conferimento della cittadinanza devono passare per la conferenza capigruppo.
Lo sapeva anche Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia), relatore in aula della richiesta presentata insieme ai colleghi di Cuneo per i Beni Comuni: “Il momento presente - obietta - supera qualsiasi regola o prassi. Siamo in un genocidio che è da dopo l’olocausto il fatto più grave contro l’umanità che stia avvenendo”. Tutti gli altri gruppi, però, interpretano la faccenda come una forzatura. A cominciare da Fratelli d’Italia, la cui consigliera Noemi Mallone è memore di un analogo errore da “neofita” che le venne censurato nel 2022: all’epoca si proponeva di onorare la figura della scomparsa Aurelia Della Torre, ma l’ordine del giorno era stato bocciato proprio perché non rispettava l’iter stabilito per queste iniziative.
“Se la regola vale per Fratelli d’Italia, deve valere per tutti” protesta Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica), pur professando comunanza di pensiero con i proponenti: “Riteniamo che la giurista Albanese sia sottoposta a sanzioni ingiuste, riteniamo che abbia compiuto il suo lavoro e detto la verità, riteniamo che a Gaza sia in corso un genocidio e anche che l’Europa e l’Italia non possano far finta di nulla”. Ma questo non cambia la premessa: “Il conferimento della cittadinanza onoraria non si fa in Consiglio comunale”. Quando il dibattito in aula si scalda, arriva anche qualche ironia: “Conferire la cittadinanza onoraria alla dottoressa Albanese va a sanare il genocidio?” chiede Mavy Civallero (SiAmo Cuneo). Silvano Enrici di Centro per Cuneo è ancora più lapidario, dopo gli scambi di accuse tra Bongiovanni e il resto dell’assemblea: “Se fossi in lei, a questo punto, la cittadinanza non la vorrei”. È anche l’opinione della sindaca Patrizia Manassero: “Stiamo parlando di una persona e nel momento in cui la volevamo valorizzare, non lo stiamo facendo”.
Tutto rimandato, quindi. Bongiovanni alla fine accetta l’emendamento che “devia” la discussione sulla capigruppo. Il riconoscimento, spiega, “è un atto in difesa della democrazia e della giustizia internazionale” nei confronti di “una nostra connazionale e relatrice Onu messa in grave difficoltà dalle sanzioni ad personam inflitte dall’amministrazione Trump”. Questo è infatti l’aspetto più assurdo della vicenda: da cittadina italiana, incensurata, si trova ora nell’impossibilità di gestire un conto corrente bancario, dopo la pubblicazione di un report per l’Onu in cui elencava le responsabilità di 45 aziende che hanno sostenuto l’occupazione dei territori palestinesi. Qualsiasi istituto di credito che acconsentisse ad averla come cliente finirebbe soggetto a sanzioni e impossibilitato a operare sul mercato in dollari.
“Siamo proprio sicuri che mai ci raggiungerà il metodo che il governo applica verso chi non è gradito, per qualsiasi motivo?” domanda Bongiovanni. Si tornerà a discuterne, forse anche a Cuneo.

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