Cuneo, torna a parlare il titolare del 'Fuera': ''Non sono un negazionista nè un delinquente''
Fabrice Tribbioli aveva aderito alla protesta '#IoApro', il suo locale è stato chiuso per 30 giorni: ''Ho sempre rispettato le leggi, ma oggi è questione di sopravvivenza''Torna a parlare Fabrice Tribbioli, barista di Cuneo, titolare del “Fuera” di Lungogesso Giovanni XXIII, che nei giorni scorsi aveva aderito alla protesta “#ioApro”, indetta dalla categoria dei ristoratori e titolari di locali a livello nazionale contro le chiusure imposte dalle norme anti Covid. Dopo il sopralluogo effettuato martedì 19 gennaio da Polizia e vigili urbani, il terzo dopo quelli di venerdì e sabato, il Questore di Cuneo Nicola Parisi ha disposto la chiusura dell'attività per 30 giorni, applicando l’art. 100 del T.U.L.P.S e rilevando “gravi problemi di ordine pubblico”, provvedimento che si aggiunge alle sanzioni comminate nei giorni precedenti.
“Quando le Forze dell'Ordine sono intervenute, all'interno del locale rispettavamo tutte le norme anti Covid – spiega Tribbioli - . Prendevamo la temperatura corporea, registravamo gli avventori, mantenevamo il distanziamento, il servizio era rigorosamente solo al tavolo. Basti pensare che venerdì hanno rilevato la presenza di quattro persone, e sabato dieci persone, in linea con le normative vigenti. Andate a vedere la mattina presto quanta gente c'è sui mezzi pubblici di Cuneo”.
“Io ho aperto - continua il barista di Cuneo - perché non sono capace di andare a rubare. Mi sono indebitato per l'apertura di questa attività, per metterla a norma, per poter aprire in piena sicurezza. Ho l'affitto del locale da pagare, e anche quello della casa dove vivo, ho le rate del prestito bancario, le utenze, non so come fare. Ho colto l’occasione dell’iniziativa a livello nazionale per aprire, contro l‘ingiustizia che mi ha colpito. Ho sempre rispettato le leggi, ma oggi è questione di sopravvivenza. Avendo aperto da poco, non ho potuto dimostrare il calo del fatturato e non ho potuto contare sugli aiuti di Stato”.
“Io non sono un negazionista, - ribadisce Tribbioli - non sono un pazzo irresponsabile, ho paura del Covid, ma dobbiamo imparare a conviverci, se non vogliamo finire in mezzo ad una strada. Dopo la notifica dell’Ordinanza del Questore, devo dire la verità, ho avuto brutti pensieri, volevo mollare tutto, non avevo più voglia di andare avanti. Poi ho ricevuto una grande solidarietà, non dai miei colleghi di Cuneo purtroppo, ma dalla gente comune, che sostengono le mie ragioni, e mi hanno espresso anche una tangibile vicinanza e non solo a parole. Sono stato raggiunto dalla telefonata dell’onorevole Marco Osnato che mi ha comunicato di aver aperto una causa collettiva per danni nei confronti del Governo e mi ha espresso la solidarietà di tutti i parlamentari di Fratelli d'Italia; il Consigliere comunale Beppe Lauria mi ha contattato esprimendo solidarietà per come sono stato trattato dalle istituzioni cittadine, e mi ha fatto visita portandomi il suo sostegno. Tutto questo affetto e questa comprensione, il sostegno della mia famiglia e degli amici di sempre, mi hanno fatto decidere di andare avanti e ho preso la decisione di impugnare tutti i provvedimenti e le sanzioni. Perché non sono un delinquente o una cattiva persona, alla fine chiedo solo di poter vivere del mio lavoro”. Per fare fronte alle spese legali e ai costi dei ricorsi Fabrice Tribbioli ha aperto una raccolta fondi online su Gofundme.
Redazione
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