Cuneo torna in piazza per Gaza: lunedì l'assemblea autoconvocata da educatori e docenti
L'iniziativa in piazza Europa dalle ore 10, nel giorno dello sciopero generale indetto da USB. Venerdì la mobilitazione della CgilDopo la manifestazione di sabato scorso, che ha portato in strada quasi 2 mila personale continuano a Cuneo le mobilitazioni per tenere alta l’attenzione su quanto sta avvenendo a Gaza, per chiedere al Governo provvedimenti concreti e una presa di distanza rispetto alle azioni di Israele. Domani, venerdì 19 settembre, è in programma lo sciopero di quattro ore indetto dalla Cgil, che sarà accompagnato nel capoluogo da una manifestazione in programma alle ore 17 in piazza Audiffredi, organizzata insieme a Rete Pace e Disarmo, Comitato Vivere la Costituzione e Comunità Islamica cittadina.
Lunedì 22 settembre, invece, è programmato lo sciopero generale indetto dall’Unione Sindacale di Base, iniziativa che a Cuneo vedrà anche l’organizzazione di una “Assemblea autoconvocata per la Palestina” a partire dalle ore 10 in piazza Europa. L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di educatori e docenti delle scuole cuneesi di ogni ordine e grado.
Le ragioni sono esposte in un comunicato diffuso nelle scorse ore per annunciare la mobilitazione: “Siamo in un contesto drammatico segnato dal genocidio palestinese in corso e da un'escalation bellica senza precedenti. Il popolo palestinese è vittima di un'operazione di sterminio esplicitamente denunciata anche dall’ONU, ripresa in diretta e trasmessa da tutti i media, un'operazione che vede la complicità di tutti i governi occidentali, compreso il nostro. Ora l’esercito israeliano entra a Gaza City, preannunciando la soluzione finale della questione. Nel frattempo, la guerra in Ucraina rischia di innescare scenari impensabili fino a poco tempo fa e difficilmente controllabili, così come nel resto del mondo gli scenari bellici si moltiplicano. Tutto ciò incide sulle nostre coscienze e sulle nostre vite. Le scelte della UE e del nostro governo, all’interno della cornice della NATO, non vanno nella direzione della pace, ma alimentano i venti di guerra, anche attraverso l’aumento delle spese militari e i conseguenti tagli all’istruzione e allo stato sociale. Sono politiche scellerate e senza futuro, che rispondono solo agli interessi di pochi, alla crescita dei profitti dell’apparato industriale militare, a scapito del bene comune, degli equilibri naturali del pianeta, della nostra capacità di restare umani. Restare in silenzio ora significherebbe essere complici ed è perciò che sosteniamo tutte le iniziative contro la guerra, la militarizzazione della scuola e della società, volte a promuovere una cultura di pace e ispirate ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista. Sosteniamo l’iniziativa della Global Sumud Flotilla, così come la precedente Freedom Flotilla, volte a costruire un corridoio umanitario verso la popolazione di Gaza, invitando a esercitare il diritto di parlare a scuola e in tutti i luoghi di lavoro di quanto sta accadendo nel mondo che ci circonda. Chiediamo con forza che siano interrotti i legami del nostro Paese con Israele a ogni livello, dalle collaborazioni scientifiche ed economiche agli accordi con università israeliane. Il problema non è solo il criminale governo Netanyahu, ma l’occupazione coloniale e l’apartheid dei palestinesi messe in atto da decenni da Israele. Non è il momento di restare in silenzio, a partire da noi docenti e studenti, che viviamo la scuola come istituzione e spazio di democrazia da difendere; costruiamo insieme un percorso di mobilitazione unitaria per fermare la barbarie e costruire un'alternativa possibile e necessaria”.

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