Dimessa dal Pronto Soccorso con un dito prossimo alla necrosi: "Episodio grave"
La testimonianza di una lettrice dopo l'esperienza al "Santa Croce": "Se non mi fossi rivolta a un altro ospedale avrei potuto subire danni permanenti"Riceviamo e pubblichiamo la lettera firmata da una nostra lettrice dopo la sua esperienza presso il Pronto Soccorso dell'ospedale "Santa Croce" di Cuneo.
Egregi Signori,
mi rivolgo a Voi per segnalare un grave episodio accaduto presso il Pronto Soccorso del Vostro ospedale (il "Santa Croce" di Cuneo, ndr) in data 30 ottobre 2025, che ritengo abbia rappresentato una mancanza di attenzione e di adeguata presa in carico nei confronti di una situazione clinica potenzialmente molto seria. Intorno alla metà del mese di ottobre ho avvertito una forte fitta al dito mignolo della mano, che è diventato improvvisamente freddo. Nei giorni successivi nella parte terminale del dito sono comparse “croste” di colore scuro. Il mio medico di base ha ipotizzato un’ ischemia del dito con necrosi e mi ha prescritto una terapia topica. Dopo alcuni giorni, non vedendo miglioramenti, mi sono recata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.
Al triage mi è stato assegnato un codice bianco. Dopo circa due ore di attesa sono stata rivalutata e mi è stato riferito che il mio problema era stato classificato come dermatologico. Mi è stato comunicato che, non essendo presenti dermatologi presso il pronto soccorso del Santa Croce, non potevo essere visitata e che quindi dovevo tornare a casa e recarmi successivamente presso la sede dell’ospedale Carle per una visita dermatologica. Ho richiesto una rivalutazione da parte di un chirurgo vascolare, ma mi è stato risposto che non era possibile poiché la mia classificazione al triage ormai era stata fatta, il mio problema era stato ritenuto dermatologico pertanto non potevano visitarmi. Sono stata dunque dimessa senza alcuna visita medica e senza alcun referto o documento di dimissione, nonostante le chiare indicazioni del mio medico di base e la mia preoccupazione.
Successivamente, lo stesso giorno, su consiglio del medico di base, mi sono recata presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Mondovì, dove mi è stato assegnato immediatamente un codice arancione. Sono stata visitata in pochi minuti, è stata confermata la diagnosi di lesione necrotica ipoteticamente dovuta a ischemia e mi è stato riferito che il dito stava andando incontro a necrosi, condizione che necessita di trattamento urgente. In seguito agli accertamenti effettuati nei giorni successivi, mi è stata diagnosticata un’ostruzione dell’arteria ulnare, causata da un embolo, per la quale attualmente sono in cura e sto facendo ulteriori accertamenti. Ritengo che quanto accaduto a Cuneo sia inaccettabile e rappresenti un grave errore di valutazione e gestione da parte del personale del Pronto Soccorso. Se avessi seguito le indicazioni ricevute e non mi fossi rivolta a un altro ospedale, avrei potuto subire danni permanenti e andare incontro a conseguenze molto serie.
Siamo consapevoli che il lavoro dei medici e degli operatori sanitari è complesso e richiede competenze elevate, e per questo motivo noi cittadini ci affidiamo con fiducia agli ospedali, convinti di essere accolti e valutati con professionalità e attenzione. Tuttavia, episodi come questo minano inevitabilmente la fiducia nel sistema sanitario e generano profonda preoccupazione, perché la salute e la vita delle persone vengono affidate a chi, in casi come questo, dimostra scarsa competenza e superficialità nella valutazione clinica. Confido che questa segnalazione venga accolta con la dovuta attenzione e serietà, e che casi come questo non si verifichino più.
Milena Ghibaudo
CUNEO cuneo

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