Ebbene sì, anche a Cuneo ci si può divertire. Ci voleva tanto?
Quattro serate consecutive di concerti in piazza Galimberti, un successo clamoroso e una città viva. Ricordiamocelo, quando si dice che “non si può fare”Quest’estate ci risparmieremo di riciclare ancora una volta l’editoriale agostano sul tema a Cuneo non succede mai niente. Ne siamo davvero sollevati, anzi cogliamo l’occasione per ringraziare chi ha avuto la felice idea di regalare alla città il Cuneo Music and Art Festival.
Quattro serate di concerti belle, gioiose e sicure. Due, giovedì con Frida Bollani, Fabrizio Bosso, Gabriele Cirilli, Irene Grandi e Davide Van de Sfroos e venerdì con gli Eiffel 65, offerte da Confartigianato Cuneo per festeggiare i suoi ottant’anni di vita. Le altre, sabato con i Tiromancino e domenica con Ariacorte e Sergio Berardo, dal Comune di Cuneo. La città ha risposto con un entusiasmo di cui non era lecito dubitare, se si pensa a quante estati sono passate senza che succedesse niente o quasi, salvo il benemerito intervento di singoli locali e centri di aggregazione come la Birrovia o il NUoVO.
Perché, oltretutto, non era nemmeno la prima volta che si organizzavano concerti in quella che resta - possiamo dircelo, senza falsa modestia? - una delle piazze più belle d’Italia. Chi è arrivato agli “anta” o ci va vicino si dovrebbe ricordare le notti di Dalla e Morandi e dei Litfiba negli anni Novanta, di Patti Smith ancora nel non lontanissimo 2003 o di Venditti nel 2008, tra gli altri. Quando se n’è parlato in una commissione consiliare sull’ex caserma Montezemolo, un paio d’anni fa, c’è stato chi è intervenuto per dire che assolutamente non era il caso di pensarci: quelle erano altre epoche, oggi ci sono standard di sicurezza altissimi, meglio toglierselo dalla testa. Io lo ricordo perché ero presente, insieme a un collega.
Bene, fa piacere che le quattro serate di questo luglio “anomalo” abbiano smentito anche questi timori. Così come quelli di chi paventava il flop dei grandi eventi perché il cuneese è bogianen per sua intrinseca e immodificabile indole - a costoro, però, verrebbe da chiedere se pensino che il pubblico dell’Anima Festival sia composto da residenti del comune di Cervere, o che a Collisioni ci vada solo chi abita nei dintorni del parco Tanaro. Anche il tema della riottosità di molti alla movida è mal posto. Quel genere di proteste - ognuna delle quali, sia detto en passant, fa storia a sé e andrebbe giudicata singolarmente - riguarda l’attività di locali che operano per tutto l’anno, non uno o più eventi al fine settimana.
Resta, certo, la questione centrale di chi ci mette i cucu. Quest’anno la sponsorizzazione di Confartigianato ha coperto una bella fetta dell’evento. Se si vuol fare della rassegna musicale un appuntamento fisso, come i più senz’altro auspicano, occorrerà pensare a questo aspetto: ma ci sentiamo di dire che non sia un tema insormontabile. Tutto il resto, lo abbiamo visto, è un fasciarsi la testa prima di essersela rotta: l’organizzazione e la sicurezza - imprescindibili - le abbiamo apprezzate, il senso civico e la partecipazione anche. Allora ricordiamocene, la prossima volta che sentiremo dire che “a Cuneo non si può fare”.

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