Ex Acna, Bodrito avverte: “Anche Cairo tra i possibili siti del termovalorizzatore”
In Consiglio provinciale parla il sindaco di Cortemilia, delegato a gestire la questione bonifica: “C’è una valle che ha voglia di crescere e un fiume tornato vivibile”Sull’ex Acna di Cengio non si torna indietro. Il monito arriva dal sindaco di Cortemilia, Roberto Bodrito, memore dei tempi in cui la fabbrica dei veleni era ancora aperta: “Nei disegni dei bambini dell’epoca il fiume Bormida veniva colorato di nero”.
Era il 1999 quando l’azienda chimica chiuse per sempre, “dopo decenni di manifestazioni e sacrifici enormi anche a livello personale” ricorda Bodrito. La sua fama funesta dall’entroterra savonese era arrivata al di là del mare: nei primi del Novecento fornì gli esplosivi utilizzati per la guerra in Libia, negli anni Trenta gran parte dei gas tossici impiegati in Abissinia. La protesta esplose a fine anni Ottanta: ci fu una tappa del Giro d’Italia bloccata da chi la animava, con relative denunce, poi un’edizione del Festival di Sanremo in cui Gino Paoli, Albano e Romina salirono sul palco dell’Ariston con la spilla “Valle Bormida pulita”. A Cortemilia, nello stesso anno 1989, la popolazione intera disertò una tornata elettorale delle europee.
“Negli anni - dice Bodrito - la situazione è totalmente cambiata. Abbiamo una valle che ha voglia di crescere e un fiume divenuto vivibile: sulla bonifica, certificata nel 2010, molto ci sarebbe da dire”. All’amministratore cortemiliese la Provincia di Cuneo ha affidato il compito di seguire la bonifica dell’ex sito industriale e di rappresentare l’ente nell’osservatorio costituito dall’Unione Montana Alta Langa.
La minaccia oggi si chiama termovalorizzatore: la Regione Liguria ha individuato cinque possibili localizzazioni per un impianto di futura costruzione. Uno, appunto, è l’ex Acna. E non è la prima volta che se ne parla: “La costruzione di un inceneritore era già stata autorizzata a Cengio, fu di nuovo una levata di scudi a fare sì che non venisse costruito”. Dopo la comunicazione, c’è stata una presa di posizione dei sindaci della val Bormida savonese: sul versante ligure è nato un comitato tecnico composto dai comuni interessati, più il consorzio rifiuti e l’Asl locale. Nel Cuneese, intanto, opera l’osservatorio istituito nel febbraio scorso.
“Abbiamo un’interlocuzione quasi settimanale con la Provincia di Savona su questo problema storico” assicura Bodrito, ribadendo la posizione comune degli amministratori: “Siamo convinti che si debba riqualificare, ma riteniamo non sia un sito idoneo al termovalorizzatore”. L’obiettivo è organizzare a breve un incontro pubblico, per mettere sul tavolo alcune indicazioni: “Il primo obiettivo da portare a casa è l’accantonamento del sito di Cengio tra le possibili soluzioni” premette il delegato, ricordando però che “il discorso su Cairo è assolutamente aperto”. La cittadina savonese è a ridosso della valle Uzzone, perciò la Granda guarda con preoccupazione anche a questa eventualità: “Bisogna avere rispetto di chi si è battuto prima di noi, se ci sono iniziative dobbiamo essere coinvolti”.
“L’obiettivo resta quello di dire un fermo no a qualsiasi ipotesi di realizzazione di un termovalorizzatore a Cengio a causa della inidoneità dell’area che, anzi, va riqualificata” concordano i consiglieri provinciali del Patto Civico per la Granda, chiedendo che anche per Cairo Montenotte “vengano attentamente valutate tutte le criticità”: “Anche su questa, pur rispettando le decisioni della vicina regione, nutriamo numerosi dubbi”.

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