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    CUNEO - Tuesday 24 June 2025, 16:15

    Ex Policlinico, il Comune di Cuneo sta perdendo la pazienza con il proprietario

    “Pronti ad archiviare il piano di recupero se il privato non firma la convenzione” dice l’assessore al Patrimonio. Sull’immobile, a breve, verifiche con l’Asl
    Ex Policlinico, il Comune di Cuneo sta perdendo la pazienza con il proprietario

    O la firma della convenzione, in tempi ragionevoli, o l’annullamento del piano di recupero per l’ex Policlinico. L’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale dà ad intendere che la pazienza dell’amministrazione cuneese non è infinita e che il Comune, a tre anni di distanza dall’approvazione, potrebbe anche decidere di stracciare il piano di recupero di cui - peraltro - si discute dall’ormai lontano 2020.

    L’immobile di proprietà della Sima Dati sas di Michelangelo Manassero (titolare in città della Agricolfarma di piazza Foro Boario) è in attesa di una riqualificazione da più di quattro decenni. Correva l’anno 1984 quando il Policlinico di via Bassignano chiuse i battenti. Da allora il palazzo è rimasto vuoto, una nave di cemento alla deriva nel pieno centro cittadino, con problemi di stabilità e di igiene denunciati in più occasioni dai residenti della zona. Il Comune aveva cercato di acquistarlo nel 1998, ma se l’era visto “soffiare” all’asta da una società ligure che in seguito lo ha ceduto alla Sima. Il braccio di ferro per ottenere il cambio di destinazione - da sanitaria a residenziale - è finito nel 2017, quando l’amministrazione Borgna ha gettato la spugna. Si pensava che, perlomeno, potesse essere un nuovo inizio. A otto anni di distanza invece tutto resta com’è: nessuna traccia del condominio da 3.300 metri quadrati, con 28 alloggi e uffici, che la società aveva presentato nel 2020 incassando l’ok del Comune.

    Un progetto non entusiasmante dal punto di vista architettonico, tanto da motivare una raccolta firme di contrari nel quartiere, ma che perlomeno avrebbe posto fine al degrado atavico. Ci si è messa di mezzo la legge regionale sull’urbanistica del 2022, che aveva fatto balenare la possibilità di ottenere altri spazi. La Corte Costituzionale l’ha bocciata, ma nulla si è mosso: “Successivamente alla dichiarazione di incostituzionalità e quindi al venir meno delle prospettive del proponente, - riepiloga Spedale - nonostante sia stato invitato a sottoscrivere la convenzione, nessuna formale comunicazione da parte sua è pervenuta. Se non quella in cui si diceva che avremmo avuto una risposta, dopo le vacanze di Natale del 2023”.

    “Le intenzioni dell’amministrazione non sono cambiate, ma perché tutto vada a buon fine si deve trovare la disponibilità del proponente alla firma” continua l’assessore. Altrimenti, appunto, ci si muoverà “per avviare l’archiviazione del piano di recupero qualora in tempi brevi, ragionevoli ma perentori, non si addivenisse alla firma”. Neanche l’eventuale stipula della convenzione, va detto, equivarrebbe a un avvio dei lavori: “Non esiste l’equazione tra firma della convenzione e realizzazione del piano di recupero”. E se invece il Comune stracciasse l’accordo? In quel caso, bisognerebbe ricominciare da capo un iter di recupero lungo e complesso: “Questa attività non risolverebbe comunque i problemi di degrado dell’immobile”.

    Insomma, i margini di manovra sono quelli che sono. Nel frattempo Paolo Armellini (Indipendente), autore dell’ultima di una lunga serie di interpellanze sul caso ex Policlinico, denuncia “condizioni di degrado tali da ripercuotersi sulle aree circostanti”: “Qui non ci sono conigli zompettanti, pavoni o anatidi ma pantegane: ecco perché è importante fare qualcosa”. Beppe Lauria (Indipendenza!) individua il “peccato originale” nella variante approvata dalla giunta Borgna: “Eravamo alla fine di una tornata amministrativa e ci venne spiegato che non si poteva non andare in quella direzione, alla luce della condivisione dell’allora presidente del comitato di quartiere. Già dieci anni fa il quartiere, stanco, si rivolgeva all’amministrazione per avere una risposta. Credo sia utile ricordare le scelte fatte in allora, soprattutto se hanno prodotto nocumento alla città”. “Credo non si accettabile comprare uno stabile e lasciarlo lì ad libitum finché non si trova conveniente riadattarlo, pur avendo avuto notevoli vantaggi dalle convenzioni del Comune” aggiunge Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni).

    Qualcosa si muove anche sul fronte dell’ordinaria amministrazione, fa sapere Spedale, ricordando che l’ufficio edilizia aveva a suo tempo emanato una specifica ordinanza e disposto l’attuazione di interventi: “Ordinanza che è stata ottemperata, previa perizia tecnica e con la predisposizione di elementi anti caduta. Con la Polizia Locale si stanno programmando gli opportuni controlli per verificare se l’immobile rispetti o meno i requisiti minimi previsti, coinvolgendo anche l’Asl”.

    A poche decine di metri, intanto, la ex Casa del Fascio femminile ritorna a nuova vita, riqualificata grazie al Pnrr. Mentre l’ex Policlinico, persa la sua destinazione sanitaria e la possibilità di ospitare servizi pubblici, rimane ostaggio di logiche speculative sempre meno comprensibili.

     

    Andrea Cascioli
    luogo CUNEO
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    Tag:
    cuneo - Alessandro Spedale - Beppe Lauria - Consiglio comunale - Ugo Sturlese - Comune - Cuneo per i Beni Comuni - Urbanistica - Cuneo Centro - degrado - ex policlinico - Indipendenti - Paolo Armellini - Indipendenza! - Michelangelo Manassero
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