Il caso Merano fa discutere, Giordana “punge” i suoi accusatori: “Anpi e sindaci non condannano?”
“Il tricolore rifiutato è simbolo dei valori della Repubblica” ricorda il primo cittadino di Valdieri. Anche il sindaco di Brondello esprime “amarezza” per l’accadutoSuscita polemiche anche in provincia Granda il gesto della sindaca di Merano Katharina Zeller, finita nell’occhio del ciclone per essersi rifiutata di indossare la fascia tricolore durante la cerimonia di insediamento alla guida del comune bolzanino.
La 39enne esponente del Sudtiroler Volkspartei, il partito espressione della minoranza linguistica tedesca dell’Alto Adige/Sud Tirolo, ha sconfitto alle ultime elezioni l’uscente Dario Dal Medico, di cui era stata vicesindaco durante la precedente consiliatura. Con un gesto stizzito, la neoeletta ha restituito la fascia tricolore al predecessore limitandosi a reggere il medaglione della città, simbolo della tradizione tirolese. Ne è nata una controversia da cui Zeller, madrelingua tedesca e figlia di due politici di primo piano del Svp, ha cercato di smarcarsi parlando di “una reazione istintiva che probabilmente è stata recepita in modo sbagliato”.
Mentre c’è chi l’accusa di vilipendio, come il verde Angelo Bonelli di Avs che chiede al ministro dell’Interno di riferire in merito, dal Cuneese prende la parola Guido Giordana, il sindaco di Valdieri finito a sua volta al centro di una vasta polemica negli ultimi mesi. Si trattava, nel suo caso, di un’uscita sulla “non sovrapponibilità” dei valori costituzionali e della Resistenza, che ha provocato una levata di scudi non solo dal centrosinistra e una serie di distinguo interni al suo stesso partito, Fratelli d’Italia (a Saluzzo il consigliere locale Nicolò Giordana ha firmato una mozione sulla Resistenza definita “patrimonio collettivo di libertà e democrazia”, a Cuneo i due esponenti del partito si sono astenuti sull’odg di condanna, poi approvato).
“In nome della Resistenza e della Costituzione perché non si condanna la sindaca di Merano?” chiede ora Giordana, rivolgendosi ai suoi critici: “Siamo d’accordo di ritenere divisivo anche chi si ritiene sud tirolese anziché dichiararsi italiano altoaltesino? È un fatto politico, e allora, sull’esempio di quanto è stato fatto contro il sindaco di Valdieri in occasione della polemica strumentale sulla mancata unità della popolazione nella celebrazione congiunta della lotta di Liberazione e della Costituzione, perché l’Anpi, la sindaca di Cuneo e quella di Borgo San Dalmazzo, nonché i sindaci di Alba, Mondovì, Saluzzo eccetera non presentano un ordine del giorno di condanna contro chi divide ancora gli italiani?”. Il tricolore rifiutato a Merano, ricorda Giordana, “è il simbolo dei valori fondanti della Repubblica Italiana, è testimonianza viva dell’unità nazionale. Porta con sé il sacrificio di chi ha costruito la nostra libertà e indipendenza”.
Parole di condanna giungono anche dal sindaco di Brondello Paolo Radosta: “Quella fascia non rappresenta una semplice formalità, ma incarna i valori fondanti della nostra democrazia. Non è un semplice accessorio, ma il simbolo tangibile della Repubblica Italiana, della sovranità popolare e della responsabilità che ogni sindaco si assume nei confronti dei propri concittadini. Proprio per questo, è innegabile l’amarezza per le notizie che arrivano da Merano”.
Giusto comprendere le specificità territoriali, aggiunge l’ex esponente di FdI e Italexit, tuttavia “il rispetto per le minoranze presenti sul territorio nazionale, sancito anche nell’art.6 della nostra Costituzione, non può in alcun modo soprassedere i valori sacri su cui si fonda la nostra nazione che, richiamo ancora la Costituzione (la più bella del mondo) è “una e indivisibile” (art.5). La fascia non è una scelta stilistica, né un fardello: è la rappresentazione visiva dell’unità che ci lega come nazione, del patto di fiducia tra istituzioni e cittadini, e dell’impegno solenne a operare per il bene comune”.
Andrea Cascioli

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