Il molino che non c’è. Comune di Cuneo e Autostrada non trovano l’accordo
Non si sblocca il contenzioso col Parco Fluviale in atto dal 2013. La società vuole la consegna “chiavi in mano”, l’ente pubblico non ci sta: “Servono altri lavori”Dopo dodici anni, un primo sopralluogo: quello che i consiglieri cuneesi, insieme alla presidente del Parco Fluviale e sindaca di Borgo San Dalmazzo Roberta Robbione e ad alcuni amministratori degli altri comuni, hanno potuto effettuare di persona al molino Sant’Anselmo.
L’edificio, ridotto a un rudere fino a poco più di dieci anni fa, sorge appena oltre il confine con il Comune di Castelletto Stura, nei pressi della barriera autostradale. Proprio l’autostrada è all’origine della ristrutturazione che la società Cuneo-Asti ha portato avanti come opera compensativa, in base a una convenzione firmata nel 2009. I lavori sono finiti a febbraio 2013, poi sono iniziati i problemi: a cominciare da quello legato all’Iva, che avrebbe comportato l’esborso di ulteriori 400mila euro in aggiunta ai 2 milioni investiti. Ma anche alla cessione dell’immobile, che l’autostrada vorrebbe dare in comodato d’uso: non era previsto, ribatte l’ente pubblico.
Ora, assicura il direttore tecnico di Asti-Cuneo Valter Re, presente anche lui al sopralluogo di mercoledì scorso, le difficoltà amministrative e fiscali sono superate: “La volontà della concessionaria è quella di passarvi il bene nel più breve tempo possibile perché sono 12 anni che paghiamo Tari e Imu al Comune di Castelletto. Per noi è un costo e non c'è nulla che impedisca il passaggio oggi”. Il diavolo è nei dettagli, come si dice: “Siamo pronti a rogitare il bene, - aggiunge il dirigente autostradale - ma come lo vedete oggi. Ogni spesa in più che dovesse essere richiesta diventerebbe un elemento ostativo”.
Peccato che il fabbricato non sia più quello che era dodici anni fa. Ci sono infiltrazioni visibili nella parte bassa delle pareti, ma anche un intero locale, al primo piano, tuttora da ristrutturare. “Prendere l'immobile così com’è pone, da parte nostra, questioni di risorse” conferma il direttore del Parco Fluviale Massimiliano Galli. Per l’assessore all’Ambiente Gianfranco Demichelis c’è una questione ulteriore: “Dobbiamo essere tutelati anche dal punto di vista legale, non voglio che davanti a una decisione presa a freddo si arrivi, tra qualche mese, a interpellanze e ricorsi per danni erariali”. Tettoia Vinaj docet, insomma.
Galli ricorda che “nell’ambito della convenzione erano state concordate opere di compensazione allora obbligatorie. Non solo il molino Sant’Anselmo ma anche altri interventi: aree attrezzate, un paio di percorsi pedonali e naturalistici”. Non se n’è fatto nulla, malgrado la disponibilità della concessionaria: “Eravamo pronti a realizzare i percorsi ciclopedonali ma non è stato possibile farlo per indisponibilità dei terreni e problemi amministrativi, non certo per colpa nostra” chiarisce Re.
I consiglieri concordano nel chiedere approfondimenti: “Ci viene da immaginare che ci siano questioni poste dal Comune ostative a una risoluzione immediata, ma non sappiamo quali siano” commenta Giancarlo Boselli di Indipendenti. “Servirà un computo dei lavori ancora da fare” aggiunge Vincenzo Pellegrino (Centro per Cuneo), riprendendo la questione dell’utilizzo del bene avanzata dalla compagna di lista Flavia Barbano: “Mi auguro che possa essere sfruttato, anche se non so come potrà esserlo”. Per Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) “è un peccato mortale non utilizzare questa infrastruttura”, di cui si rilevano le condizioni “migliori” rispetto a Cascina Vecchia. Fa menzione di Cascina Vecchia anche Franco Civallero (Forza Italia), così come di villa Invernizzi che “sta cadendo a pezzi ed è esposta alle intemperie”. Elio Beccaria (Cuneo Civica) invita a riconsiderare i percorsi ciclopedonali, mentre Paolo Armellini (Indipendenti) invoca condivisione: “È importante che tutti i comuni del Parco dicano la loro e diano un contributo”.
Il molino che non c’è, nel frattempo, continua a rimanere ostaggio delle pastoie burocratiche. Pensare che a novembre del 2012 era già attrezzato con tanto di impianto multimediale, poi rimosso. Sarebbe dovuto diventare il centro visite del parco, munito di una sala conferenze, una foresteria e una sala ristoro. Sogni rimandati, a tutt’oggi, e chissà per quanto ancora.

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