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    CUNEO - Friday 12 September 2025, 07:57

    Il primo semestre del 2025 segna un calo per le esportazioni delle imprese cuneesi

    Le vendite all'estero in flessione del 7,9 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato è in controtendenza rispetto a quello nazionale e più negativo di quello regionale
    Il primo semestre del 2025 segna un calo per le esportazioni delle imprese cuneesi

    Il I semestre 2025 chiude con una flessione del 7,9% delle vendite all’estero per le imprese della provincia di Cuneo rispetto al I semestre dello scorso anno, che fece segnare il record storico delle esportazioni. Il dato è in controtendenza rispetto a quello nazionale (+2,1%) e più negativo di quello regionale (-2,5%). Complessivamente nel I semestre 2025 le vendite all’estero dei prodotti made in Cuneo hanno raggiunto i 4.992 milioni di euro e nello stesso semestre il valore delle importazioni è stato di 2.964 milioni di euro, con una crescita del 4,8% rispetto ai primi sei mesi del 2024. La flessione delle esportazioni abbinata all’aumento dell’import ha portato il saldo della bilancia commerciale a 2.028 milioni di euro, in forte diminuzione (-21,8%) rispetto a quello registrato nel I semestre 2024 quando si attestava a 2.592 milioni di euro.
    Cuneo si conferma al secondo posto, dopo Torino, per valore esportato, con il 16,4% delle vendite regionali fuori confine. 

    "I dati relativi al primo semestre dell’anno ci pongono di fronte a una realtà che non possiamo ignorare: le esportazioni della provincia di Cuneo hanno registrato un calo significativo del 7,5% rispetto al dato record dello scorso anno - afferma il presidente della Camera di commercio di Cuneo Luca Crosetto - . È una flessione che ha interessato tutti i settori strategici del nostro tessuto produttivo, dai prodotti alimentari ai vini, dai mezzi di trasporto ai macchinari, fino alle materie plastiche, e che ci impone una riflessione profonda. La crisi attraversata da Francia e Germania ci ha restituito una contrazione sensibile, ma il campanello d’allarme arriva dai mercati extra-UE, dove il calo è stato ancora più marcato”.

    "Negli ultimi sei anni, malgrado il Covid, le problematiche internazionali e la frenata di questo semestre - continua il presidente Crosetto - le esportazioni sono aumentate, ma l'importanza dell'export per la nostra economia ci sprona a rafforzare il nostro impegno nel sostenere le imprese cuneesi. Dobbiamo intensificare gli sforzi nella ricerca di nuovi sbocchi di mercato, diversificare le destinazioni dell’export e accompagnare le aziende nel superare le sfide globali con strumenti concreti, tra cui formazione mirata e strategie condivise. La Camera di commercio sarà al fianco delle imprese con rinnovata determinazione, per trasformare questa fase di difficoltà in un’opportunità di rilancio e crescita mettendo l’internazionalizzazione al centro nel Programma pluriennale di mandato 2026/2030”.

    Nel I semestre 2025 la diminuzione delle esportazioni cuneesi di prodotti manifatturieri, che rappresentano il 95,8% del totale, è stata dell’8,9%, flessione registrata (-10,7%) anche dai prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere che incidono soltanto per lo 0,1% sul totale dell’export, mentre il comparto agricolo, che incide per il 3,4%, ha registrato una crescita del 31,6%. Analizzando nel dettaglio la manifattura cuneese emerge come la filiera dell’industria alimentare, che pesa per il 34,2% ed è il settore trainante dell’export manifatturiero, in questo semestre ha fatto registrare -6,2% complice, soprattutto, l’imposizione dei dazi Usa e il calo sensibile nel Regno Unito. A fronte di risultati poco confortanti anche per le altre tipologie di merci, la performance migliore è stata registrata da metalli di base e prodotti in metallo (+9,5%), seguito da chimica e farmaceutica (+1,8%). A registrare una forte decrescita il tessile, abbigliamento, pelle e accessori (-23,2%) seguito dagli articoli in gomma e materie plastiche (-15,8%), dai mezzi di trasporto (-13,8%), dagli apparecchi elettrici, elettronici e ottici (-11,0%), da macchinari e apparecchi n.c.a. (-9,8%) e da legno e prodotti in legno, carte e stampa (-0,9%).

    Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 66,0% delle esportazioni provinciali, contro il 34,0% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. La flessione registrata dalle vendite dirette verso i Paesi dell’Ue-27 è stata del 2,1%, mentre quella verso i partner commerciali extra Ue-27 è stata del -17,4% risultato che ha trainato in modo significativo la decrescita complessiva delle esportazioni cuneesi. I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 17,9% e 14,2%. Francia e Germania hanno però evidenziato una decrescita rispettivamente del 9,0% e del 6,9%, conseguenze della difficile congiuntura economica vissuta dai due Paesi. La Spagna, con una quota del 6,9%, ha registrato una sostanziale stabilità mentre la Polonia, con una quota del 6,8%, ha riportato un buon +23,3%. Le variazioni in positivo più significative sono da ricondursi a Romania (+14,3%), Belgio (+11,1%) e Cechia (+5,5%) rispettivamente settimo, quinto e ottavo mercato di sbocco all’interno dell’Unione europea. Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior rilievo continuano a essere gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,8% e il 4,3% dell’export complessivo. Entrambi  hanno  riportato una flessione: per gli Stati Uniti più contenuta (-3,1%), mentre decisamente significativa per il Regno Unito (-20,9%) nostro sesto mercato di riferimento. La Cina, nostro terzo mercato extra UE, con una quota parte del 2,4%, ha riportato un -23,2%. I mercati che hanno riportato risultati positivi sono Svizzera (+1,4%) e India che registra una sostanziale stabilità. I restanti riportano flessioni importanti: Canada (-37,4%), Arabia Saudita (-29,6%), Messico (-28,6%), Turchia (-20,8%) e Israele (-4,9%).

    c.s.
    luogo CUNEO
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    cuneo
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