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    CUNEO - giovedì 09 aprile 2020, 16:29

    Il sindacato dei medici smentisce Icardi: ‘La correlazione tra morti e tamponi esiste’

    Netta presa di posizione di Cimo Piemonte rispetto alle parole dell’assessore: ‘Occorrono più test e controlli a tappeto in ospedali e case di riposo’

     
    “Siamo piuttosto disorientati in merito alle recenti dichiarazioni dell’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, rispetto al tema dei tamponi”: così il sindacato dei medici ospedalieri piemontesi Cimo commenta le parole con cui nella serata di ieri (mercoledì 8) Luigi Icardi ha liquidato la questione dei tamponi: “Ci era stato detto di non fare tamponi sugli asintomatici perché possono fornire indicazioni errate. Altri hanno agito in modo differente” aveva detto l’assessore, riferendosi alle indicazioni fornite dal Consiglio superiore di sanità nelle prime fasi dell’emergenza e negando qualsiasi correlazione tra numero di tamponi e decessi.
     
    “Esiste eccome una forte correlazione rispetto all’andamento dei decessi” ribatte il dottor Sebastiano Cavalli, segretario di Cimo Piemonte: “Il problema continua ad essere, anche tra il personale sanitario, quello relativo ai positivi asintomatici. Senza il tampone chiunque può mettere in serio pericolo la propria vita, quella dei familiari e, se è un medico o un infermiere, anche quella dei pazienti. Occorre che la Regione li intensifichi in modo determinante e controlli che vengano predisposti dalle ASL a tappeto anche negli ospedali e nelle case di riposo”.
     
    Cavalli sottolinea anche il deficit negli ospedali piemontesi del materiale di protezione: dalle mascherine FFP2-FFP3, ai camici, ai guanti e a tutto l’occorrente necessario per proteggersi e proteggere i pazienti. Il sindacato inoltre ha già chiesto, tramite una lettera ufficiale, un incontro urgente con i vertici regionali, per rendere possibile, come per altro è accaduto in altre regioni italiane, l’erogazione di un contributo straordinario una tantum pari 1.000 euro per tutti medici piemontesi.
     
    “Siamo in trincea – prosegue il dottor Cavalli di Cimo – ma non vogliamo essere definiti eroi. Lavoriamo con dedizione per il bene della salute dei nostri pazienti, ma ci sentiamo poco riconosciuti da chi esterna a parole lodi, ma nel concreto risulta essere molto meno presente in termini decisionali. Vorremmo anche capire come l’assessore Icardi intende distribuire al personale sanitario i circa 18 milioni di euro destinati al Piemonte all’interno del contributo straordinario di 250 milioni deciso dal Governo. Chiediamo fatti concreti, decisioni veloci, ascolto continuo”.
    Redazione
    CUNEO
    Tag:
    sanità - Sindacati - Piemonte - regione - Medici - coronavirus - Cimo
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