Il tribunale di Cuneo ha (ancora) un problema coi topi
Tra i dipendenti del civile c’è malcontento: “Ma la derattizzazione prosegue” assicura il presidente. Venerdì un incontro informale con l’Asl sulla questioneCi sono “topi d’appartamento” che di quando in quando si trovano ad avere a che fare con la giustizia penale. Poi ci sono i topi veri e propri che a Cuneo, da circa tre settimane, sono diventati un problema del tribunale civile. I dipendenti e i magistrati trovano le loro tracce al mattino, sotto forma di stipiti rosicchiati e “ricordini” molto meno gradevoli sui ripiani delle scrivanie, sulle sedie, sugli scaffali dove vengono riposti i fascicoli, sui pavimenti e i davanzali.
Un problema serio, tanto che già lo scorso 8 luglio la presidente di sezione aveva emanato una circolare per garantire ai giudici togati e onorari la possibilità di lavorare da remoto, disponendo inoltre che i fascicoli cartacei delle cancellerie non venissero più portati negli uffici dei magistrati onde evitare altre contaminazioni. A manifestare insofferenza, però, è soprattutto il personale amministrativo e di cancelleria. Un dipendente ci aveva segnalato giorni fa, in forma anonima, che nonostante l’installazione di esche il problema non sembra essersi al momento risolto né limitato: “In particolare presso alcune stanze occupate dal personale amministrativo e di cancelleria sono state rinvenute tracce di feci e di urina di topo”.
La missiva chiedeva conto anche “ad aggravare la situazione già igienicamente precaria, la ditta delle pulizie da giorni non rifornisce più i bagni della carta asciugamani, costringendo il personale a provvedere da sé, anche per pulire le superfici di lavoro dalle deiezioni di topo”. “È inaccettabile e irrispettoso - aggiungeva la “gola profonda” - costringere i dipendenti a svolgere il proprio lavoro nonché ricevere l’utenza in simili condizioni, considerato anche che vi sono persone fragili le quali più di altre presentano rischi di complicanze legate al proprio stato di salute”.
Abbiamo voluto attendere qualche giorno e dare ai vertici del tribunale la possibilità di replicare in merito. Il presidente pro tempore Edmondo Pio, in carica da poco più di un mese e mezzo, non nasconde che la “questione topi” è ancora lungi dall’essere risolta: “Ma ci è stato detto che l’intervento che stiamo mettendo in atto è in grado di garantire risultati: sono tre settimane che stiamo combattendo”. La derattizzazione si sta portando avanti con l’uso di esche, escludendo le trappole che vengono considerate inefficaci dai tecnici (oltre ad essere, in determinati casi, più cruente nei confronti degli animali): i veleni però sono ad azione prolungata, quindi serve tempo prima di apprezzare i risultati. Quanto, di preciso, non si sa.
“La nostra preoccupazione è stata fin dall’inizio quella di garantire la salubrità” assicura Pio: “Abbiamo ampliato smart working e lavoro agile e spostato il personale dalla stanza maggiormente colpita. Abbiamo attivato l’impresa da subito e adottato le disposizioni organizzative fin dall’inizio. Capisco che il personale sia in agitazione ed è ciò che più ci sta a cuore”. Per l’utenza, invece, non si evidenzia nessun disagio: l’attività degli uffici infatti è sempre andata avanti.
Su sollecitazione del tribunale, nella giornata di venerdì i tecnici dell’Asl verranno in sede per un colloquio informale con i dipendenti, ai quali verranno illustrate più nel dettaglio le modalità e le tempistiche dell’intervento. Altre soluzioni all’orizzonte non si vedono: a meno di non voler assumere un gatto come derattizzatore ufficiale. “Avevamo pensato anche a questo” confida, sorridendo, il presidente.

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