"In fatto di infrastrutture qualcosa ricomincia a muoversi"
Le riflessioni dei due ex consiglieri provinciali Paolo Chiarenza e Alberto Anello: "Avanzate delle idee, presentate dei progetti. Prima o poi i finanziamenti si trovano"Riceviamo e pubblichiamo.
Egregio direttore,
mettiamo insieme a Cuneo Walter Lannutti, imprenditore che ben conosce i problemi dei trasporti e delle infrastrutture, due parlamentari del territorio che si impegnano fattivamente e che vogliono fare squadra operativa, come il sen. Giorgio Bergesio e l’on. Monica Ciaburro, e la Regione che con il governatore Cirio dimostra interessamento convinto al settore della grande viabilità, e possiamo dire che in fatto di infrastrutture qualcosa ricomincia a muoversi.
Certo è giusta la soddisfazione di essere arrivati alla definitiva realizzazione dell’autostrada Asti-Cuneo: basti pensare che dal progetto iniziale del 1986 abbiamo dovuto misurarci con ben ventuno ministri dei Lavori Pubblici. È legittimo lamentare le difficoltà che frappongono i francesi per la costruzione del Tenda bis: ma cosa ci aspettiamo dalla Francia, che guarda sempre la carta geografica dei suoi interessi da Parigi, non da Torino? È indiscutibile la denuncia delle imposizioni della burocrazia a livello di trasporti e infrastrutture, senza rimuoverla per la subordinazione del governo politico a livello nazionale ed europeo. Non si può continuare ad ignorare che per l’attività economica del cuneese, già compressa nella sua espansione in Italia ed in Europa, è necessario programmare un nuovo sbocco transalpino nelle Alpi Marittime e un futuro proseguimento veloce dell’Asti-Cuneo verso la Liguria e la Valle Padana. Però manca ancora molto sulla lunga strada del riscatto del territorio della provincia di Cuneo.
È primaria la questione di un indirizzo economico, di una politica per i trasporti, che malgrado il loro sviluppo e le innovazioni tecnologiche riscontrano che da anni la velocità commerciale è diminuita, nonostante gli interventi sull’inquinamento, sulla sicurezza, sulle grandi quantità di merci da trasportare che il mercato esige. Tutto ciò anche di fronte ai limiti e alle difficoltà dell’utilizzo delle ferrovie.
In secondo luogo occorre un riconoscimento elementare: il camion che trasporta merci non è da considerare un nemico che pretende strade, ma un veicolo che procura benessere e ricchezza; l’autista del camion è un uomo operativo responsabile, non un uomo di fatica. È decisivo l’apporto della categoria degli autotrasportatori per riprendere ed affrontare l’esigenza di una adeguata viabilità e il conseguente rilancio dei siti logistici, alcuni dei quali abbandonati. Ma non basta. La politica deve avere una visione chiara, convinta e senza tentennamenti, e allo stesso tempo deve fare squadra di schieramento per gli obiettivi, indispensabile in un sistema democratico-parlamentare. Lo ripetiamo: avanzate delle idee, presentate dei progetti. Prima o poi i finanziamenti si trovano. Ringraziamo per la pubblicazione, distintamente.
Paolo Chiarenza (ex consigliere provinciale)
Alberto Anello (ex consigliere provinciale)
c.s.

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