L'Unione degli Atei: ''Per far progredire l'Italia abolire tutti gli ingiusti privilegi concessi al Vaticano''
Secondo la stima dell'associazione lo Stato perde ogni anno circa 15 miliardi di euro per ''il servilismo nei confronti della chiesa cattolica''Riceviamo e pubblichiamo dal gruppo UAAR della Provincia di Cuneo.
Gentile direttore
l’ attuale costituzione italiana serba in vigore numerose leggi alquanto anacronistiche. Uno degli esempi più tangibili è certamente quello dei patti lateranensi, sottoscritti in data 11/02/1929 da Benito Mussolini. Lo scopo fu quello di permettere al regime fascista di ottenere i consensi di un popolo a maggioranza di fede cattolica.
I patti lateranensi compresero un trattato che costituì la nascita dello stato vaticano, la cui religione venne riconosciuta come unica religione di stato. La stipulazione di tale intesa, si scontrò inevitabilmente con alcuni articoli della costituzione stessa:
-Articolo 3 «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (…)»
-Articolo 8 «Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze»
Si dovette attendere il 1984, prima di giungere a una modifica del concordato che aboliva l’anticostituzionale riferimento alla «sola religione dello Stato». Al fine di compensare vennero costituite delle norme ancora più vantaggiose per la chiesa cattolica, in vigore ancora oggi: l’ora di indottrinamento alla religione cattolica nelle scuole della repubblica, con docenti scelti dai vescovi ma pagati da tutti i contribuenti; il vergognoso meccanismo dell’8 per mille, esenzioni fiscali e doganali, Ires, Irap, Iva, esenzione dal pagamento di imposte sui redditi dei propri fabbricati (in particolare, il “decreto liberalizzazioni” emanato il 24 gennaio 2012 ha esentato la Chiesa dall’Imu); il Dpr 78/2005 prevede che lo Stato si faccia carico di ogni onere finanziario e manutenzione dei beni culturali mobili ed immobili di interesse religioso di proprietà ecclesiastica; i cappellani nelle Forze Armate, nella Polizia di Stato, nelle carceri sono totalmente a totale carico dello Stato, Tfr e pensione compresi; gli ospedali sono obbligati a dotarsi di un servizio di assistenza religiosa cattolica a proprio carico (articolo 35 del DPR 128/1969); il clero gode di un apposito fondo pensionistico, che garantisce ai dipendenti del Vaticano e ai loro familiari, trattamenti assicurativi e pensionistici; agevolazioni tariffarie per affissioni e insegne a contenuto religioso, oltre al milione di euro versato alle “emittenti radiofoniche nazionali a carattere comunitario”
Debellare il concordato significherebbe abolire tutti gli ingiusti privilegi concessi allo stato Vaticano nell’arco degli ultimi 92 anni, permettendo al nostro paese di progredire verso un futuro laico nei fatti e non solo sulla carta. A giovarne sarebbero la velocizzazione del progresso sociale, scientifico e la condizione economica dello stato italiano, che ogni anno perde circa 15 miliardi di euro a causa di questa condizione di servilismo nei confronti della chiesa cattolica.
Gruppo UAAR Provincia di Cuneo
Redazione
CUNEO cuneo - Uaar