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    CUNEO - Thursday 19 June 2025, 10:07

    “La distillazione straordinaria può essere utile, ma serve un Piano di rilancio del vino piemontese”

    Confagricoltura e i Consorzi di Tutela hanno inviato una lettera al presidente Cirio e all’assessore Bongioanni: “Serve una risposta concreta per evitare una crisi strutturale del settore”
    “La distillazione straordinaria può essere utile, ma serve un Piano di rilancio del vino piemontese”
    “Considerato il complicato momento vissuto dal settore e la vendemmia ormai distante neppure un paio di mesi, è doveroso un confronto per analizzare le giacenze e programmare gli interventi futuri. La distillazione straordinaria può essere uno degli interventi di più semplice e immediata applicazione, ma è una misura emergenziale che deve poter essere applicata a tutti i vini a D.O. e con valori che vengano incontro alle possibili esigenze dei viticoltori di Langa e Roero. Va considerata, inoltre, come un tassello di un Piano di rilancio del comparto che deve essere più ampio e programmato tutti insieme per valutare, anche in considerazione del calo generalizzato dei consumi di vino, eventuali diminuzioni di rese per vini in sofferenza e una maggior spinta all’export attraverso la semplificazione di misure come l’OCM, che sovente sono poco flessibili e quindi non appetibili per le aziende”. Con queste parole Gian Luca Demaria, presidente della Sezione Vini Rossi di Confagricoltura Cuneo e presidente della sezione Vitivinicola di Confagricoltura Piemonte commenta la lettera sottoscritta da Confagricoltura Piemonte e dai principali Consorzi di Tutela dei vini regionali e indirizzata al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni, e per conoscenza al ministro Francesco Lollobrigida, in cui vengono richieste misure urgenti per fronteggiare una situazione definita “tra le più delicate degli ultimi anni”.
     
    Si stima, infatti, che a fine maggio oltre 190mila ettolitri di vino a Denominazione di Origine risultino ancora invenduti e non contrattualizzati. A farne le spese sono soprattutto i vini a base Barbera, Dolcetto, Moscato e Cortese, che rappresentano colonne portanti della produzione piemontese. Tra questi, i più colpiti sono proprio i vini a base Moscato (circa 100mila ettolitri) e Barbera, Dolcetto e Cortese (altri 50mila ettolitri).
     
    Il crollo degli scambi, sia in volume che in valore, è paragonabile alle gravi crisi del 2008 e del 2020, rispettivamente segnate dalla crisi finanziaria globale e dall’emergenza Covid. A ciò si aggiunge una produzione 2024 superiore alla media, il calo dei consumi sia a livello nazionale che internazionale, eventi climatici anomali e l’incertezza legata all’introduzione di dazi statunitensi sul vino europeo. Per far fronte a questa situazione, i Consorzi propongono una misura straordinaria: la distillazione di crisi per i vini a Denominazione di Origine, così da alleggerire le giacenze e stabilizzare il mercato.
     
    Demaria spiega: “Le ragioni del calo dei consumi inoltre sono molteplici. Su tutte le tante campagne sui presunti danni causati dall’alcool (non sempre propriamente corrette) e le mutate abitudini, specie dei giovani; serve quindi un grande lavoro congiunto per valorizzare la cultura del vino, in sinergia con i ristoratori del territorio”. In vista della riunione delle sezioni Vitivinicole provinciali, Confagricoltura Cuneo in queste settimane sta incontrando le proprie cantine associate per un confronto nel merito delle criticità e per valutare nuovi possibili interventi. “Serve una risposta immediata e concreta per evitare che una crisi congiunturale si trasformi in una vera e propria crisi strutturale del settore”, conclude il presidente della sezione Vitivinicola di Confagricoltura Piemonte.
    c.s.
    luogo CUNEO
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    Tag:
    Confagricoltura - vino - Piemonte - Gian Luca Demaria
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