Maltrattamenti nel centro disabili, il caso “Per Mano” arriva in Consiglio comunale
Due interpellanze di Paolo Armellini (Indipendenti) e Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni) chiedono conto dei rapporti tra la coop e il Consorzio Socio AssistenzialeNon è solo il centro diurno per disabili mentali di via Savona, oggi chiuso dalle autorità, ad essere stato “terremotato” dall’indagine dei carabinieri che ha portato a due arresti e altre quindici misure cautelari per le accuse di maltrattamenti, lesioni, violenza privata e perfino sequestro di persona.
L’intero mondo dell’assistenza è stato sconvolto dalla gravità dei fatti contestati alla cooperativa “Per Mano”, tant’è che l’Asl ora corre ai ripari: “Sbagliato parlare di finanziamenti o contributi dell’Asl alla cooperativa” ha detto giorni fa in un’intervista il direttore generale Giuseppe Guerra, ricordando che le strutture da controllare sono circa trecento e che l’ultima visita della commissione di vigilanza risaliva a febbraio. Erano state impartite varie prescrizioni, ma tutte relative a questioni strutturali. Nulla per quanto riguarda i comportamenti degli operatori, vero oggetto dello scandalo.
A definire i rapporti erano i contratti tra l’Asl, la cooperativa e l’ente gestore del servizi sociali, ovvero il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese. Proprio sul ruolo di quest’ultimo ente, partecipato dal Comune di Cuneo che con il 43,81% esprime la presidenza, si appuntano le due interpellanze presentate in vista del Consiglio comunale di lunedì da Paolo Armellini (Indipendenti) e Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni).
Armellini chiede conto di quali azioni di controllo siano state esercitate dagli organi competenti e se l’assemblea del consorzio sia stata convocata d’urgenza come previsto, in questi casi, da un articolo dello statuto. Sturlese avanza una critica anche sul piano politico, domandando alla sindaca “se non ritenga eccessiva la delega ad agenzie private o del terzo settore quanto meno nella ‘cura’ delle condizioni più gravi di fragilità sociale e di salute”.
Un rilievo che si estende al di là del caso “Per Mano” e che il consigliere dell’opposizione richiama anche in riferimento a una precedente vicenda giudiziaria - conclusasi con l’assoluzione - relativa alla cooperativa Valentina di Caraglio. Sturlese aveva sollevato la questione in un’interpellanza nel dicembre 2022. In quel caso, però, non c’era nulla di relativo a possibili maltrattamenti: l’accusa di truffa ai danni dell’Asl e del Consorzio è stata ritenuta insussistente, quella di infedeltà patrimoniale improcedibile per intervenuta prescrizione.
Alla coop era contestato di aver richiesto agli enti pubblici il pagamento di “ore individualizzanti”, cioè di percorsi dedicati ai singoli ospiti, mai effettuate da oss ed educatori: “In realtà, - scrivono i giudici - le numerose testimonianze raccolte forniscono una descrizione dettagliata delle attività svolte dagli operatori, indicando che l’assistenza era fornita in modo continuo, che gli operatori erano impegnati, con dedizione, a soddisfare le necessità degli ospiti, anche oltre l’orario di lavoro previsto”.
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