Marcello Cavallo lascia il Miac: “Cinque anni di grandi cambiamenti”
Il presidente dimissionario rivendica un ultimo bilancio “in equilibrio”. Tante le polemiche, dall’“autoraddoppio” dello stipendio all’affare AmazonMarcello Cavallo non è più presidente e amministratore del Miac. Ad annunciarlo è lui stesso, con una lettera nella quale si giudica “conclusa la mission che mi era stata a suo tempo affidata attraverso la nomina”: “Sono stati 5 anni di grandi cambiamenti: impegnativi ed entusiasmanti” dice l’ex funzionario Coldiretti e presidente dell’associazione Insieme, bovesano, in carica dal luglio del 2020.
A nome del consiglio di amministrazione, Cavallo rivendica: “Siamo intervenuti in modo significativo sul patrimonio immobiliare con finalità conservative, rinegoziando contratti e regolarizzando situazioni che nel tempo avevano perso le caratteristiche di ritualità formale. Abbiamo concretizzato la conclusione di un percorso di alienazione di un’area, non strategica per l’attività di Miac, con un’importantissima ricaduta economica sulla società, essenziale per qualunque prospettiva di operatività”. Il riferimento è alla cessione di 93mila metri quadrati di terreni sui quali è poi sorto un capannone, costruito da Amazon, che non è mai entrato in funzione e resta a tutt’oggi inutilizzato: una cattedrale nel deserto, grazie alla quale, comunque, il Mercato Ingrosso Alimentare di Cuneo aveva chiuso il bilancio 2021 in attivo. Il segno rosso è tornato l’anno successivo, mentre il 2023 ha segnato un piccolo utile, pari a 29.803 euro.
“Il bilancio 2023 si chiudeva positivamente in utile - conferma Cavallo - e anche la gestione caratteristica del 2024 si conferma in equilibrio. La società può contare su un’ottima riserva di liquidità”. Conti a parte, in questi cinque anni ci sono stati altri scossoni che hanno portato il Comune di Cuneo - detentore del 36,45% delle quote - a valutare una “razionalizzazione” che non esclude la liquidazione definitiva. Prima la perdita del mercato bovino, l’ultimo rimasto in Italia in uno spazio fisico. Poi quella della Fiera Nazionale della razza bovina, emigrata a Fossano. A fronte di questo, ricorda il presidente dimissionario, gli amministratori hanno elaborato un piano strategico di rilancio e “consolidato il posizionamento del Polo Agrifood nell’ambito dell'ecosistema dell'innovazione regionale”. Cavallo menziona la messa a punto di modifiche statutarie “necessarie per dare operatività alle nuove progettualità”.
Nessun cenno, invece, a una polemica che l’aveva coinvolto in prima persona, quando nel 2021 il presidente aveva raddoppiato la propria retribuzione, da 9mila a 18.500 euro (lordi). “Dispiace mi si dica che ho dato un cattivo esempio: chi lavora ha diritto di essere remunerato” la risposta fornita più tardi ai consiglieri.
C’è un futuro per il Miac? Il vertice uscente risponde sì: “Quella attuale è una fase delicata che richiede nuove energie e grande entusiasmo che, sono sicuro, avrà chi andrà a ricoprire questo ruolo. Molto è stato fatto, ma molto rimane da fare; per questo occorre una fortissima coesione e proattività di tutti gli attori coinvolti: dai soci alle imprese che operano nel settore dell'agrifood, agli enti pubblici e alle organizzazioni professionali. Auspico che il ‘valore’ economico, sociale ed anche culturale rappresentato dalla società Miac Spa, in particolare dal Polo Agrifood (unico Polo di innovazione e ricerca della Regione Piemonte localizzato in provincia di Cuneo con ben 180 soci a livello regionale) venga adeguatamente tenuto in considerazione dai nostri soci”.
Andrea Cascioli

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