Multe e velox valgono 4,3 milioni per la Provincia. Ma il futuro è dei tutor
Il blocco degli apparecchi non omologati è un’incognita: “Siamo fermi in attesa di verifiche”. Dalla Prefettura arriva un consiglio: disfarsi delle scatole arancioniQuanto valgono le sanzioni per violazioni del codice della strada per la Provincia di Cuneo? In totale 4.369.144 euro, che si riducono a 4.053.367 considerando solo le multe per i limiti di velocità. All’interno di questa voce la parte del leone la fanno i proventi delle sanzioni che l’ente accerta in autonomia sulle strade di sua competenza: in testa, ovviamente, il famigerato autovelox sulla Provinciale 7 di via Pollenzo, nel territorio di Cherasco.
Ai 2.847.369 euro incassati per questa via si aggiunge una voce da un milione e 206mila (anzi 1.205.998, per la precisione) che assomma le quote versate dai comuni al 31 dicembre 2024. Questo è l’“obolo” che le amministrazioni comunali devono versare quando accertano superamenti di velocità sulle strade provinciali: “Non è la cifra totale, perché c’è il fondo rischi dei comuni da considerare” fa sapere il presidente della Provincia Luca Robaldo, squadernando i numeri ai consiglieri.
Il primato nelle “stangate” ai guidatori che pigiano troppo sull’acceleratore va al comune di Canale, che versa la bellezza di 485.160 euro alle casse provinciali. Segue, distanziata, la città di Bra con 159.313 euro, poi Mondovì al terzo gradino del podio con 97.123 euro (qui ci sono i ricavi della “fabbrica delle multe” di Pogliola sulla 564, un altro degli autovelox più famigerati). Cuneo deve appena 855 euro, una cifra irrisoria rispetto - per esempio - ai 64.789 euro della vicina Dronero o ai 59.271 euro di Busca. Centallo è ancora più sotto, con la miseria di 838: questo perché il suo “famoso” autovelox è su una strada statale, dunque non contribuisce al bilancio dell’amministrazione di corso Nizza.
Soldi che, ricorda Robaldo, vanno tutti - dal primo all’ultimo - in sicurezza stradale: “Li stiamo destinando a sostituzione della segnaletica, potenziamento dell’attività di controllo delle violazioni, manutenzioni strade, messa in sicurezza delle infrastrutture stradali. Non possono essere utilizzati per altri scopi”. La Provincia quindi respinge, da par suo, l’ovvia accusa di voler “fare cassa”. E altrettanto fanno i sindaci: “Non è che si vuole ‘fare cassa’, si vuole risolvere problemi. In certi casi anche molto gravi” interviene il primo cittadino di Guarene Simone Manzone, consigliere provinciale del centrodestra. Gli fa eco il collega Silvano Dovetta di Venasca: “Ci sono anche i cittadini che abitano in posti dove c’è il limite dei 50 km/h, si sfreccia ai 100 km/h e nessuno dice nulla”.
È sempre Dovetta a sollevare la questione degli autovelox “approvati” ma “non omologati”, un ginepraio in cui i comuni sono piombati dopo una sentenza della Cassazione dello scorso marzo. Non si sa che pesci pigliare, ammette Robaldo. La scorsa settimana c’è stata una riunione in Prefettura, da cui sono emerse tre novità: “La prima è che rispetto alle notizie del ministero dei trasporti siamo fermi, si stanno ancora facendo verifiche: i velox apposti, in questo momento, hanno l’autorizzazione ma non l’omologazione”. In secondo luogo, sono in corso dagli uffici prefettizi le verifiche sui tronchi stradali per stabilire in quali possano essere apposti o mantenuti i velox fissi, dove andranno tolti e quali saranno le nuove possibilità di localizzazione. Terzo punto riguarda le scatole arancioni o grigie, che spuntano a bordo strada come spauracchio ma sono il più delle volte vuote: “C’è stato un forte consiglio da parte della Prefettura di toglierle. Vuol dire, però, anche investire risorse per farlo”.
Allo stato attuale, spiega il presidente della Provincia, per contestare una sanzione servono almeno due macchine e tre agenti di polizia locale: una pattuglia fa la foto e quella successiva ferma l’automobilista. “Questo comporta essenzialmente l’impossibilità di contestazioni” aggiunge, alla luce delle scoperture di organico che sussistono più o meno ovunque: “Nel mio comune (Mondovì, ndr) dovrei avere 28 vigili e ne ho invece 14”. È inevitabile una detrazione degli incassi, finché non si potrà uscire con i velox nuovi: “Fermo restando - ribadisce - che quello che si fa è un lavoro per garantire la sicurezza stradale, non per fare cassa”.
Il futuro, comunque, è legato ai tutor, sulla scorta di quanto già si fa nelle autostrade: “Sono molto più sicuri dal punto di vista della gestione e garantiscono di più la sicurezza: vorremmo installarne uno per ciascun reparto stradale”.
Andrea Cascioli

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