Nel 2020 in provincia di Cuneo sono nate 737 aziende a conduzione femminile
I dati diffusi dalla Camera di Commercio: il saldo è negativo per 192 unità a causa della 929 cessazioniCalano le iscrizioni in agricoltura e nel commercio, che si confermano, però, i principali settori di operatività delle imprenditrici cuneesi. Crescono nei servizi di
rispetto dato piemontese (-0,8%) e a quello nazionale (+0,1%). Nel 2020 le imprese femminili sono 15.044 con un’incidenza del 22,6% sull’universo delle
imprese complessivamente registrate in provincia di Cuneo e un grado di imprenditorialità esclusivo dell’87,3%, più alto rispetto a quello regionale e nazionale
(rispettivamente dell’82,8% e dell’80,9%). Più di tre su dieci svolgono la propria attività nel settore dell’agricoltura, otto su dieci sono imprese individuali, l’11,4% è guidato da giovani donne, il 7,2% è amministrato da straniere: è questo l’identikit della componente femminile del sistema imprenditoriale cuneese nel 2020.
L’analisi dei dati del Registro imprese della Camera di commercio di Cuneo evidenzia come anche le imprese femminili abbiano sofferto le criticità registrate dal sistema imprenditoriale nel suo complesso e, in particolare, le ricadute negative della pandemia. A fronte della nascita di 737 aziende a conduzione femminile, quota in diminuzione rispetto al 2019 quando le iscrizioni ammontarono a 976, ne sono cessate 929 (al netto delle cancellazioni d’ufficio), numero inferiore rispetto alle 1.180 dell’anno precedente. Il saldo tra i due flussi è negativo per 192 unità e si traduce in un tasso di crescita, di pari variazione rispetto a quella registrato nel 2019, del -1,3%, scaturito da un discreto dinamismo sul fronte della natalità (+4,8%), ma soprattutto della mortalità (+6,1%). Il dato è meno
positivo sia rispetto a quello piemontese (-0,8%) e nazionale (+0,1%), sia del tasso di crescita registrato in ambito provinciale dal tessuto imprenditoriale complessivo (-0,6%). Il saldo tra le imprese femminili nella Granda al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2019 è negativo per 233 unità, con una variazione percentuale del -1,53%, a fronte di dati meno negativi a livello piemontese (-0,74%) e nazionale (-0,29%).
A livello regionale le registrazioni di imprese femminili in provincia di Cuneo, con un peso del 15,7%, si posizionano subito dopo quelle in provincia di Torino. L’analisi della presenza delle imprese femminili nei diversi settori economici evidenzia che il comparto merceologico più rappresentato è quello dell’agricoltura (33,2%), che quasi un’impresa su cinque svolge attività commerciali e che più di una su dieci è impegnata nelle altre attività dei servizi, incluse parrucchiere e lavanderie. Quote significative operano, inoltre, nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (9,3%) e nelle attività immobiliari (5,9%). Valutando l’incidenza delle imprese femminili sul totale delle registrate per settore spicca la forte specializzazione femminile nelle altre attività dei servizi (il 64,6% delle aziende del settore è amministrato da donne) e nei servizi di ricettività, con alberghi e ristoranti (35,1%). Esaminando in dettaglio i singoli settori emergono dinamiche diverse. Alla forte contrazione dello stock registrato in agricoltura (-12,6%) e commercio (-2,7%), si contrappone la crescita del numero di imprese femminili iscritte nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+2,8%), nelle attività immobiliari (+1,4%) e nelle altre attività di servizi (+0,1%).
L’analisi per forma giuridica conferma che le imprenditrici prediligono organizzare la propria attività come ditta individuale, opzione scelta nel 76,2% dei casi, a fronte di una frequenza del 62,5% osservata a livello complessivo provinciale. Tale scelta è favorita dalla minor onerosità di avvio di questa forma giuridica anche se un rapido turnover è evidenziato da elevati tassi di natalità (5,3%) e mortalità (6,7%). Seguono le società di persone e le società di capitale con incidenze, rispettivamente, del 14,7% e 7,5% (sono rispettivamente il 22,3% e il 3,0% per l’universo delle imprese cuneesi). Chiudono le altre forme giuridiche, tra le quali trovano spazio le cooperative, che riuniscono l’1,5% delle aziende a conduzione femminile.
“Il ruolo storicamente occupato dalla donna di madre, perno della famiglia, persona che si occupa della cura di bambini ed anziani spesso finisce per essere uno dei motivi dominanti della rinuncia alla gratificazione professionale e imprenditoriale - sottolinea Egle Sebaste, neo presidente della Consulta per l’imprenditoria femminile - E’ necessaria una forte sensibilizzazione in questo ambito volta ad ottenere asili nido, scuole materne, insegnamento a tempo pieno, strutture che si occupino degli anziani in forme nuove, senza sradicarli dalla loro casa e dalla loro famiglia, consentendo a noi donne di avere più tempo a disposizione per lavorare con serenità sapendo che abbiamo lasciato i nostri affetti più indifesi in buone mani. Vorrei utilizzare il mio ruolo nella Consulta per lavorare in questa direzione, apportando un contributo per mettere in campo strumenti che possano aumentare la presenza femminile in tutti gli ambiti, non soltanto in quelli che ci sono storicamente deputati, convinta che tutta la società ne trarrebbe grande giovamento”.
L’esame della natimortalità delle imprese femminili per forma giuridica rivela un graduale processo di strutturazione delle attività per far fronte alle nuove sfide di mercato: le società di capitale hanno registrato un tasso di crescita positivo (+1,0%), frutto di una natalità (+4,7%) di poco superiore all’indice di mortalità (+3,7%). Il saldo tra i flussi di iscrizioni e cessazioni è, invece, negativo per tutte altre forme giuridiche. Chiudono infatti il 2020 con un tasso di crescita di segno meno le società di persone (-2,0%), le imprese individuali (-1,3%) e le altre forme (-0,4%).
c.s.
CUNEO Camera di Commercio