Nel 2024 i piemontesi hanno speso 9 miliardi e mezzo di euro in gioco d'azzardo
I dati ufficiali del Ministero dell’Economia contenuti nel report “Azzardomafie”, pubblicato da Libera. L'associazione boccia la normativa del PiemonteIn Italia il gioco d’azzardo non si ferma, nè rallenta. A confermarlo sono i dati ufficiali del Ministero dell’Economia, citati nel report “Azzardomafie”, pubblicato da Libera. Secondo lo studio, nel 2024 la raccolta ha raggiunto 157 miliardi e 453 milioni di euro, così suddivisi: 92 miliardi e 102 milioni online, in fortissima crescita rispetto al 2023, e 65 miliardi e 350 milioni nel fisico, sostanzialmente stabile rispetto all'anno precedente. La crescita complessiva è stata di 9 miliardi e 734 milioni, pari al 6,59%.
In Piemonte secondo il rapporto la raccolta è stata di circa 9 miliardi e mezzo di euro, con una distribuzione che favorisce il gioco online rispetto a quello fisico (5,25 miliardi contro 4,25): solo a Torino la raccolta è stata di oltre 2 miliardi nel 2024, dato che posiziona il capoluogo tra le prime cinque città italiane. A livello nazionale la raccolta maggiore si registra in Lombardia, con 24 miliardi e 841 milioni, seguono la Campania con 20 miliardi e 584 milioni, il Lazio con 16 miliardi e 668 milioni e la Sicilia con 15 miliardi e 210 milioni.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, almeno 18 milioni di italiani nell’ultimo anno hanno “tentato la fortuna” nell’azzardo, anche solo con un “Gratta e Vinci”, mentre 5,5 milioni risultano giocatori abituali. I giocatori patologici sono un milione e 500 mila (il 3% della popolazione maggiorenne), quelli a rischio moderato un milione e 400 mila (2,8%). In tutto, quindi, 2 milioni e 900 mila persone. “Ma per ogni giocatore, altre sette persone sono coinvolte”, si legge nello studio pubblicato da Libera: “I suoi familiari, che in totale ammontano a 20 milioni e 400 mila (il 40% della popolazione). Dunque, prendendo in prestito i concetti dai danni del fumo, in Italia quattro cittadini su dieci sono vittime di ‘azzardo passivo’”.
Si legge ancora nel rapporto: “Secondo la Direzione Investigativa Antimafia (Dia), le direttrici principali degli affari mafiosi sono due: da un lato la gestione storica del gioco illegale, ampliata dalle nuove prospettive offerte dall’online; dall’altro la contaminazione del mercato legale, che assicura introiti rilevanti a fronte di un rischio di sanzioni ritenuto economicamente sostenibile. con conseguenze drammatiche sul piano sociale”.
Analizzando le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia, pubblicate tra il 2010 e il 2024, risultano 147 clan censiti che hanno operato in attività di business sia illegali che legali: nove di questi (Crea, Agresta, Marando, Arone, Bonavota, Defina, Serratore, Pelle e Lo Piccolo) sono attivi anche in Piemonte, insieme alla Liguria la regione con la presenza più radicata nel nord Italia.
Libera ha anche analizzato le normative regionali, in vigore a luglio 2025, attraverso una griglia di indicatori ritenuti essenziali per una regolamentazione efficace del gioco legale. L’analisi degli indicatori selezionati boccia il Piemonte, in coda con quattro semafori verdi su otto, davanti solamente alla Liguria: la nostra regione, insomma, soddisfa solo la metà dei requisiti delineati da Libera. Le regioni più virtuose sono invece Toscana e Friuli-Venezia Giulia, che vantano otto semafori verdi dimostrandosi - spiegano da Libera - "le regioni con le normative più complete e articolate, sebbene non esaustive”.
“Anno dopo anno - prosegue il rapporto - la legislazione resta frammentaria, incoerente, asimmetrica e ambivalente, lasciando il comparto confuso e rendendo più sfumato il confine tra legale e illegale. Le norme contenute nella legge di Bilancio 2025 sul gioco d’azzardo ignorano i danni sociali, sanitari ed economici legati al settore. Si continua ad ampliare l’offerta di giochi e a ridurre gli strumenti di prevenzione e cura, generando un ulteriore squilibrio che, di fatto, favorisce le mafie”. Tra le richieste e le proposte dell’associazione il rafforzamento dei controlli, l’approvazione di una legge quadro del settore, il mantenimento di uno spazio di autonomia per gli enti locali e la limitazione della compartecipazione degli stessi al 5% del gettito delle slot e delle videolottery, che, secondo Libera, “rischia di rappresentare un appetito per le esangui casse degli enti locali”.
QUI il rapporto completo pubblicato da Libera.
CUNEO gioco d azzardo

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