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    CUNEO - Friday 24 October 2025, 14:33

    Nel 2024 nessuna provincia piemontese ha consumato più suolo di quella di Cuneo

    Il dato emerge dal consueto rapporto Ispra: ogni giorno in Piemonte viene trasformata in area artificiale una superficie equivalente a due campi da calcio
    Nel 2024 nessuna provincia piemontese ha consumato più suolo di quella di Cuneo

    Il territorio italiano cambia ancora: nel 2024 sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 km quadrati di consumo di suolo netto si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio. A fronte di poco più di 5 km quadrati restituiti alla natura, il quadro resta sbilanciato: ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10 mila metri quadrati, come se dal mosaico del territorio venisse staccato un tassello dopo l’altro. Sono i dati del Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, che fotografa l’evoluzione di un fenomeno capace di incidere sulla qualità della vita, sull’ambiente e sugli ecosistemi. Il documento non si limita a registrare le criticità: emergono anche esperienze di rigenerazione e rinaturalizzazione che mostrano come invertire la rotta sia possibile.

    Ad accompagnare il rapporto c’è, come ogni anno, l’EcoAtlante di ISPRA: mappe interattive e scaricabili che consentono di osservare le trasformazioni del territorio e personalizzare le informazioni in base alle esigenze.

    Il ripristino del suolo in Italia

    Con la parola ripristino si intendono quelle aree in cui il suolo da una condizione artificializzata torna ad una naturalizzata, spesso dovuta alla rimozione delle aree di cantiere. Tale processo, lento a prendere piede nel nostro paese, nel 2024 interessa una superficie complessiva di 5,2 chilometri quadrati, in calo rispetto agli 8,2 chilometri quadrati del 2023. Un caso particolare è quello dell’Emilia-Romagna, che ripristina durante lo scorso anno 143 ettari di suolo, grazie soprattutto alla rinaturalizzazione di cave dismesse e alla chiusura di cantieri legati alla realizzazione di metanodotti e di altre opere.

    Il consumo di suolo regionale 

    Al 2024 in quindici regioni risulta ormai consumato più del 5% di territorio, con massimi in Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%). Il maggiore consumo di suolo annuale si osserva in Emilia-Romagna, che, con poco più di 1.000 ettari consumati, è la regione con i valori più alti sia per le perdite sia per gli interventi di recupero, in Lombardia (834 ettari), Puglia (818 ettari), Sicilia (799 ettari) e Lazio (785 ettari).

    Anche la Valle d’Aosta, che resta la regione con il consumo inferiore, aggiunge comunque più di 10 ettari di nuovo consumo. La Liguria (28 ettari) e il Molise (49 ettari) sono le uniche regioni, insieme alla Valle d’Aosta, con un consumo al di sotto di 50 ettari. 

    Il focus sul Piemonte

    Tra il 2023 ed il 2024 in Piemonte si sono consumati altri 503 ettari netti di suolo, per un totale di suolo occupato da superfici artificiali di 171.136 ettari, il 6,74% dell’intera area regionale. Il dato risulta inferiore alla media annuale del triennio 2021-2023, ma rimane comunque sopra il valore medio del periodo di osservazione 2016-2020 da quando il monitoraggio viene effettuato annualmente.

    Per dare un’idea del consumo di suolo del 2024, è come se ogni giorno fosse stata trasformata in area artificiale una superficie equivalente a due campi da calcio, corrispondente a quasi 600 metri quadrati all’ora. In termini assoluti, il valore del 2024 attesta il Piemonte all’ottavo posto a livello nazionale, dopo Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia, Lombardia, Lazio, Sardegna, Veneto; in termini di aumento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, con il valore dello 0,29% il Piemonte si attesta al primo posto nel Nord-Ovest e al quarto in Nord Italia ma sotto la media nazionale pari allo 0,36%. 

    Il Piemonte si conferma quindi tra le regioni italiane in cui, in termini di nuovi consumi, il fenomeno continua ad essere marcato, con valori peraltro disallineati rispetto alle dinamiche demografiche. Questo disaccoppiamento risulta evidente se rapportiamo i nuovi consumi di quest’anno con il saldo dei residenti del medesimo periodo, valutando così il grado di efficienza dei consumi: quest’anno il valore fortemente positivo dell’indicatore consumo marginale di suolo (18.500 metri quadrati per abitante) deriva da un modesto saldo positivo della popolazione piemontese indicando che, per ogni abitante in più in Piemonte, negli ultimi dodici mesi si sono consumati quasi due ettari di suolo. Tale valore conferma un quadro di scarsa sostenibilità di un fenomeno che, a fronte di una crescita demografica non significativa, non sembra accennare a rallentare in maniera adeguata rispetto agli obiettivi di azzeramento definiti a livello globale, europeo e nazionale.

    In termini di suolo consumato rispetto all’area amministrativa, il valore del 6,74% rimane invece inferiore al dato medio nazionale, che si colloca al 7,17% e risulta tra i più bassi del nord Italia, in particolare rispetto alle regioni confinanti di Lombardia (12,22 %), Emilia Romagna (8,99%), e Liguria (7,30 %), ma anche rispetto alle regioni del nord est di Veneto (11,86 %) e Friuli Venezia Giulia (8,05%).

    Il processo di consumo di suolo continua a seguire l’espansione delle aree urbanizzate, dalle aree dense della conurbazione di Torino e cintura alle periferie dei capoluoghi di provincia e dei centri contigui in cui prosegue l’espansione di alcuni centri logistici. Al processo di consumo contribuisce quest’anno in maniera rilevante, ancor più dello scorso anno, l’installazione di campi fotovoltaici a terra, con oltre 160 ettari (circa il 30% del consumo totale) concentrati soprattutto nel vercellese (oltre 80 ettari) e in seconda battuta alessandrino, cuneese, torinese e biellese. A ciò si sovrappone un fenomeno meno evidente in quanto più distribuito sul territorio, che potremmo definire endemico, ma nel complesso consistente, con opere di piccola o media estensione che interessano un po’ ovunque i piccoli centri urbani, i territori collinari e gli assi vallivi montani.

    A livello provinciale quest’anno spiccano i valori di Cuneo (132 ettari), Torino (118 ettari) e soprattutto Vercelli (109 ettari) che mai aveva raggiunto un picco di questa portata in tutta la sua serie storica, valore in larga parte ascrivibile al fotovoltaico a terra (Trino e Alice Castello) e in parte alla logistica (Greggio e Balocco). Sul dato di Cuneo incidono i cantieri per opere infrastrutturali (autostrada Asti-Cuneo, variante provinciale 290 a Ceresole d’Alba, viabilità a Savigliano a servizio di nuova area commerciale, potenziamento condotte del consorzio idrico del Pesio), i poli produttivi (Ceresole d’Alba per ampliamento polo esistente) e i nuovi campi fotovoltaici a terra a Ceresole d’Alba e Savigliano. Sulla Città Metropolitana di Torino incidono i poli logistici (Torrazza Piemonte), le infrastrutture (nuova stazione ferroviaria di Orbassano e l’Idropolitana, anche se quest’ultima, al momento in fase di costruzione, è legata soprattutto a cantieri temporanei e a fine lavori inciderà in modo trascurabile sul consumo di suolo permanente), le aree ad uso commerciale (Ivrea), il fotovoltaico (San Giorgio Canavese), le aree ad uso sportivo (Centro Sportivo “Robaldo” a Torino). In provincia di Novara continua l’espansione della logistica con il Polo Santa Rita. Biella conferma la vocazione al fotovoltaico a Cerrione e Montalciata. La provincia di Alessandria continua ad essere interessata dai cantieri lungo la direttrice del Terzo Valico dei Giovi e da nuovi campi fotovoltaici, in particolare nel capoluogo e a Valenza.

    A livello comunale il territorio con il consumo netto più elevato nel 2024 è Trino Vercellese (65 ettari in larghissima parte ascrivibili al fotovoltaico a terra) seguito da Ceresole d’Alba (21 ettari) e Alice Castello (20 ettari). Sopra i 10 ettari sono annoverate Novara (13 ettari), Torrazza Piemonte (12 ettari), Cameri (11.5 ettari), e Chiusa Pesio (11 ettari).

    QUI ulteriori informazioni e tabelle.

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