Nel Cuneese gli anziani over 65 sono il doppio dei ragazzi sotto i 14 anni
I dati si inseriscono in un fenomeno di generale calo delle nascite e della popolazione, che non risparmia la Granda, dove in dieci anni gli abitanti sono diminuiti del 2,4%Cuneo è la provincia più giovane del Piemonte ma, nonostante il record positivo, i ragazzi sotto i 14 anni sono la metà degli anziani con più di 65 anni. E la tendenza è destinata a intensificarsi nel tempo: secondo le stime nel 2040 gli anziani saranno tre volte tanto i giovani. Sono alcuni dei dati che emergono dal “Dossier socio-economico Cuneo 2025” diffuso il 22 ottobre da Fondazione CRC e che sono noti ormai da anni.
In dieci anni la popolazione della Granda è calata del 2,4% e, nonostante siano aumentate le persone di origine straniera, non bastano per invertire la tendenza. Secondo i dati di ISTAT Demo, il database dell’Istituto Nazionale di Statistica sulla demografia, al 1° gennaio 2025 in Cuneo città vivevano 55.804 persone, che erano 55.914 nel 2024 e 56.155 nel 2019. Questi dati si inseriscono in una tendenza generale di calo delle nascite che coinvolge tutta l’Italia. Come riportano i dati ISTAT diffusi il 21 ottobre, nel 2024 ci sono state quasi 370 mila nascite, un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente. Ed è probabile che quest’anno – secondo i dati provvisori relativi ai primi sette mesi del 2025 – saranno ancora meno.
Il numero medio di figli per donna in Italia ha raggiunto il minimo storico, pari a 1,18, ben al di sotto del valore massimo del nuovo millennio, che era stato di 1,44 figli per donna nel 2010. Il Piemonte si trova leggermente sopra alla media, con 1,19 figli per donna. A livello nazionale, le regioni con il dato più basso sono la Sardegna (0,91) e il Molise (1,05), mentre quelle con il dato più elevato sono la Provincia autonoma di Bolzano (1,53) e la Sicilia (1,27). La diminuzione è avvenuta anche tra le donne straniere: nel 2024 il numero medio di figli per donna straniera è di 1,79, un valore più elevato di quello tra le donne italiane, ma in calo rispetto al 2023 (1,82).
La regione con la più alta incidenza di nati da genitori stranieri rispetto al totale è l’Emilia-Romagna (21,9%), seguita dalla Liguria (21,3%). Tra le regioni con il tasso più elevato c’è anche il Piemonte (17,9%), insieme a Lombardia (19,3%), Friuli-Venezia Giulia (18,5%) e Veneto (18,4%).
Cresce anche l’età a cui le donne diventano madri per la prima volta. Nel 2024 il primogenito si ha a quasi 32 anni (31,9), mentre l’anno precedente l’età media al primo figlio era pari a 31,7, ed era inferiore ai trent’anni nel 1995. Come spiega ISTAT, “la posticipazione delle nascite a età sempre più avanzate è strettamente connessa alla riduzione generale della fecondità, poiché più si ritardano le scelte di genitorialità, più si riduce l’arco temporale a disposizione per la realizzazione dei progetti familiari”.
Anche i motivi del calo delle nascite ormai sono noti. “Oltre a dipendere dalla bassa propensione ad avere figli – si legge nel report – è causato dalla riduzione del numero dei potenziali genitori, appartenenti alle sempre più esigue generazioni nate a partire dalla metà degli anni Settanta, quando la fecondità cominciò a diminuire, scendendo da oltre 2 figli in media per donna al valore di 1,19 del 1995”. A questi si aggiungono poi altri fattori esterni, dalle condizioni di precarietà del lavoro giovanile alla difficoltà di acquistare una casa o pagare un affitto, che comportano un’uscita sempre più tardiva dal nucleo familiare di origine, a cui spesso si affianca la decisione di posticipare la genitorialità, o di rinunciarci.
CUNEO Anziani - Giovani - demografia - denatalità

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