Nomine enti parco, Giulia Marro: “Estromettere le comunità locali è una forzatura inaccettabile”
La consigliera regionale: “La Regione ha il dovere di dimostrare che la politica non si piega a giochi di potere e nomine opache. I cittadini piemontesi meritano trasparenza”Durante la discussione generale odierna sulla legge di riordino in Consiglio Regionale, la consigliera Giulia Marro è intervenuta con fermezza sulla proposta contenuta nell’emendamento presentato dal consigliere Sacchetto, che prevede la cancellazione della formula “d’intesa con le comunità delle aree protette” dalla normativa relativa alla nomina dei presidenti degli enti parco. Una modifica che, secondo la consigliera, rischia di indebolire drasticamente il ruolo dei territori nelle decisioni che li riguardano da vicino.
“Sopprimere il coinvolgimento delle comunità locali è una forzatura che non ha nulla a che vedere con la semplificazione. È un segnale chiaro: la maggioranza vuole procedere senza ascoltare i territori, per facilitare nomine calate dall’alto e poco trasparenti. Questo modo di fare non solo è sbagliato, ma alimenta una sfiducia crescente dei cittadini verso le istituzioni”, dichiara Marro.
Negli ultimi mesi la consigliera ha seguito con attenzione la vicenda delle nomine negli enti parco, sollecitata dalle associazioni ambientaliste e da amministratori locali, preoccupati per l’opacità di alcune proposte emerse. In diversi casi, le scelte della maggioranza hanno suscitato dubbi sulla incandidabilità di alcuni nominativi, dubbi condivisi anche da dirigenti regionali competenti, successivamente declassati senza spiegazioni, e persino da segnalazioni dell’ANAC.
“Invece di dare risposte e fare chiarezza si preferisce rimuovere gli ostacoli, ovvero le comunità locali, che rappresentano un presidio di democrazia e legalità. È un precedente grave, che svuota il senso della partecipazione territoriale tanto decantata a parole ma ignorata nei fatti”, prosegue Marro.
Secondo la consigliera, l’emendamento Sacchetto si inserisce in una più ampia logica di centralizzazione e controllo politico sulle nomine, con il rischio di ridurre gli enti parco a strumenti di gestione clientelare e non più a presìdi di tutela ambientale e partecipazione civica. Commenta: “Mi chiedo cosa ne pensano i sindaci e i presidenti di provincia che fanno parte delle comunità locali che finora avevano avuto voce in capitolo sulle scelte delle Regione, ridotti al silenzio e all'obbedienza”.
“La Regione ha il dovere di dimostrare che la politica non si piega ai giochi di potere e nomine opache. I cittadini piemontesi meritano trasparenza, ascolto e rispetto. O si sceglie la legalità e la partecipazione, o si continuerà a rafforzare l’idea che nella politica ci sia del marcio. E questa idea, purtroppo, diventa sempre più difficile da smentire. Io non smetterò di denunciare ogni irregolarità, ogni bugia, ogni abuso”, conclude Giulia Marro.
c.s.

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