Oltre duecento operai in sciopero alla Merlo: "Vogliamo il nostro premio"
Alla base della protesta lo stallo della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, ma anche il taglio del premio di risultato riconosciuto dall'azienda di CervascaCirca 250 dipendenti della Merlo si sono ritrovati stamattina, mercoledì 21 maggio, di fronte all’ingresso dello stabilimento di San Defendente di Cervasca, per lo sciopero indetto a livello nazionale dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. Alla base della mobilitazione lo stallo della trattativa con Federmeccanica e Assistal per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici. Alla Merlo, però, la protesta si muove anche su un secondo differente piano, quello legato al premio di risultato aziendale inferiore alle attese (900 euro, contro una cifra di 1.275 euro riconosciuta negli ultimi anni).
Stamattina la manifestazione ha coinvolto dalle 9.30 gli operai giornalieri e quelli del primo turno: l’iniziativa proseguirà alle 20.30 con i lavoratori del secondo turno e alle 4.30 con quelli della notte. Lo sciopero previsto è di un'ora e mezza per ciascuno dei tre turni.
Presente anche Davide Mollo, segretario provinciale Fiom Cgil, unica sigla ad avere una rappresentanza all’interno dello stabilimento di San Defendente: “Abbiamo un contratto nazionale che non viene rinnovato, siamo da otto mesi senza contratto: vorrei ricordare che i metalmeccanici in Italia sono più di due milioni. Alla faccia dell’intervento di Mattarella di due settimane fa, che ha spiegato quanto in Italia i salari siano un problema, surrogato anche dall’interpretazione di Draghi, che ha aggiunto come i salari siano stati tenuti bassi per attrarre investimenti che poi non sono arrivati”.
“Se vado nei dettagli del contratto nazionale, - prosegue Mollo - vedo alcune ragioni della controparte: ci viene spiegato che ci sono molte aziende in difficoltà, per le quali un aumento contrattuale potrebbe diventare un problema. La loro interpretazione è ‘vai a cercarti la ricchezza dove la ricchezza viene prodotta’”. Non è il caso della Merlo, sostiene il segretario provinciale Fiom Cgil: “È una delle aziende che produce maggior ricchezza, il bilancio parla chiaro, con un fatturato di 660 milioni di euro. Eppure siamo di fronte a un premio di risultato che storicamente aveva una soglia di 1.275 euro: oggi ci dicono che ce ne sono solo 900. L'inflazione non c'è stata?”.
“I lavoratori - conclude Mollo - sono offesi dal sistema, sia quello interno che quello esterno. Capisco che la famiglia Merlo non possa andare a supplire al contratto nazionale di lavoro, ma dovrebbero fare pressioni, come fanno molte altre aziende, per riaprire la trattativa. Dopodiché, dovrebbero iniziare a pensare che ciò che manca a livello nazionale andrebbe colmato qui, anziché detrarre ulteriormente”.
a.d.

Sciopero - Cgil - Merlo
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