Orticoltura cuneese, Cia Cuneo: “Una buona annata, ma manca la manodopera”
Il vicepresidente Bellone: “Positive le previsioni per le castagne Sativa, a patto che arrivino presto le piogge, mentre le fragole continuano a soffrire il disimpegno”“Nel complesso possiamo parlare di una buona annata per il comparto orticolo cuneese, anche se in agricoltura il bilancio va sempre considerato su un arco di almeno tre o quattro anni, perché gli sbalzi da una stagione all’altra sono all’ordine del giorno”, lo dichiara Marco Bellone, vicepresidente vicario provinciale di Cia Cuneo, in vista della Mostra ortofrutticola di San Sereno a Cuneo, tradizionale vetrina del settore agroalimentare provinciale.
Bellone traccia un quadro puntuale delle principali colture del territorio, evidenziando come “per i fagioli, i prezzi siano stati inizialmente molto buoni – fino a 4 euro al chilo prima di Ferragosto – per effetto della cascola dei fiori e della conseguente scarsità di prodotto. Attualmente, con l’aumento dell’offerta sul mercato, i valori oscillano tra 1,50 e 2,70 euro al chilogrammo”. Un andamento simile ha riguardato anche zucchine e pomodori.
Soddisfacente il bilancio per i mirtilli, “favoriti sia da un maggiore consumo rispetto allo scorso anno, sia dalle condizioni climatiche: il caldo ha aiutato i piccoli frutti e la drosophila suzukii si è manifestata in ritardo, permettendo una raccolta abbondante e di buona qualità. Anche i prezzi si sono mantenuti su livelli soddisfacenti”.
Positive le previsioni per le castagne Sativa, “a patto che arrivino presto le piogge”, mentre le fragole continuano a soffrire il disimpegno delle aziende: “Il numero dei produttori è in calo – ha sottolineato Bellone – perché i costi elevati e la cronica mancanza di manodopera rendono la coltivazione sempre meno sostenibile. Il problema riguarda tutto il settore orticolo e si è aggravato dopo lo smantellamento del sistema dei voucher, che garantiva la necessaria flessibilità nelle assunzioni stagionali”.
“Per le fragole – continua Bellone -, oggi resta praticamente solo l’opzione della coltivazione fuori suolo, che però non garantisce le stesse caratteristiche organolettiche di quelle prodotte in pieno campo”.

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