Ospedale di Cuneo, il Pd accusa la Regione: “Avete fatto solo annunci”
Davanti al Santa Croce i vertici dem esprimono dubbi sul partenariato. Cosa succederà nel dopo Azzan? Gribaudo: “Non serve un commissario, ma una dirigenza vera”Altro che “motivazioni personali”: le dimissioni dei vertici del Santa Croce e Carle sono il frutto della sfiducia verso la giunta regionale. Lo dicono a una sola voce i leader del Partito Democratico piemontese, riuniti per un sit in via Michele Coppino con i militanti del circolo cuneese.
I dem si uniscono quindi al già nutrito coro degli scettici, secondo cui dietro ai comunicati istituzionali dell’azienda ospedaliera si celerebbe uno scontro tra il direttore generale dimissionario Elide Azzan e la politica. Già da mesi, giura il candidato in pectore alla presidenza della Regione, Daniele Valle, si capiva che qualcosa non andava: “Questa tensione è esplosa perché i partenariati sono complicati e comportano responsabilità enormi per chi li sottoscrive”.
Già , il partenariato con i privati, per la costruzione del futuro ospedale unico a Confreria. Un tema su cui fino ad ora il Pd si è trincerato dietro al bon ton istituzionale: decida la Regione, noi non ne abbiamo il potere. Questa è tuttora la posizione della sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, che però ammette: “Alla domanda diretta su cosa preferiremmo, rispondo: se ci fossero i soldi, sarebbe stato meglio farlo con i fondi pubblici”. “Quello che sappiamo - dice la deputata Chiara Gribaudo - è che questo ospedale era anche finanziato dall’articolo 20 della legge di bilancio. Dove sono finiti quei soldi?”. C’era anche una terza possibilità , quella che peraltro era sembrata la più accreditata prima che sorgesse all’orizzonte la proposta del gruppo Fininc: il finanziamento tramite l’Inail.
Chi alla costruzione del nuovo ospedale si oppone da sempre - i “benicomunisti” e gli indipendenti di Boselli, su tutti - ripete che l’opzione Inail è sempre stata un bluff. Ora ne sembrano convinti anche i dem: “La questione dell’Inail - tuona il neosegretario regionale del Pd Mimmo Rossi - è stata usata da Icardi fin da inizio legislatura come un mantra. Ma l’Inail non ha finanziato niente e sarà così fino a fine mandato. Immaginare di mettere sette o otto ospedali nel piano nazionale dell’Inail era una presa in giro”.
Ma alle aziende ospedaliere, si fa notare, mancano le competenze interne per gestire procedure complesse - e pericolose, dal punto di vista giudiziario - come quelle dei partenariati: “La nostra proposta - spiega Valle - è di centralizzare i partenariati in capo a una struttura dedicata della Regione. Fare il PPP in fretta perché c’è urgenza di vendere un risultato ai giornali ha portato a un’inconciliabilità di posizioni tra l’azienda ospedaliera e l’assessorato: non è la prima volta che succede”. Altro punto su cui tutti concordano è che non si tratti (solo) di una questione cuneese: “Quanto accaduto è un fatto assolutamente straordinario: non ricordo due dimissioni di vertici della stessa ASO, che fanno seguito a quella del direttore di Asti. Significa che qualcosa non sta funzionando” assicura l’albese Maurizio Marello. Stessa idea quella del collega a palazzo Lascaris Raffaele Gallo: “Quello che sta succedendo a Cuneo certifica ciò che diciamo da anni: in questo mandato non si farà nessun ospedale, c’è solo tanta confusione e tanti annunci sui giornali”. “Per il secondo anno consecutivo - aggiunge Rossi - il saldo delle assunzioni è negativo, a meno mille: gli operatori sanitari stanno andando nel privato, appena possono scappano”.
Ora però c’è da fare i conti con il dopo Azzan. Altra grossa incognita, dal momento che l’unico nome finora circolato - quello del direttore dell’Asl Cn1 Giuseppe Guerra - è stato bruciato proprio dall’assessore Luigi Icardi: ha già abbastanza di cui preoccuparsi, dice. Il Pd, dal canto suo, oppone per voce di Chiara Gribaudo un secco no all’ipotesi del commissariamento: “Non serve un commissario, abbiamo bisogno di una dirigenza che possa lavorare sia sull’ordinario che sullo straordinario”. Partenariato incluso.
Andrea Cascioli

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