Per ogni euro speso in alimenti, solo 15 centesimi vanno agli agricoltori
Da Bruxelles in arrivo una serie di provvedimenti che mirano ad abbattere le pratiche sleali che avvelenano la filieraContro le pratiche sleali che avvelenano la filiera agricola, la Commissione UE adotterà presto una direttiva che prevede, tra l’altro, l’obbligo di pagamento entro 30 giorni ai fornitori di prodotti alimentari deperibili, il divieto di cancellazione last minute o di modifiche unilaterali e retroattive degli accordi presi. Sicuramente è un passo nella direzione giusta, ma ci vorrà ancora del tempo prima che il provvedimento sia recepito dai singoli Stati e diventi operativo.
Dal canto suo, Coldiretti ha messo in campo progetti virtuosi che bloccano sul nascere le speculazioni a danno dei produttori agricoli. E’ un dato di fatto che, per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo, mentre il resto viene diviso tra l’industria di trasformazione e la distribuzione commerciale, ma questa è soltanto la punta dell’iceberg.
Per eliminare i circoli viziosi e le storture della filiera, è indispensabile riconoscere gli squilibri di reddito e di potere e smettere di alimentarli, prima che generino conseguenze irreparibili.
“In attesa di questo importante provvedimento, Coldiretti, in accordo con le più importanti industrie del comparto alimentare, ha dato vita ad accordi di filiera che danno valore alle produzioni agricole e concretizzato progetti, stroncando comportamenti scorretti a danno degli agricoltori”, commentano Bruno Rivarossa e Tino Arosio di Coldiretti Cuneo.
Nella nostra Provincia sono tanti gli esempi concreti: la progettualità sulla “polvere di latte” in collaborazione con la Compral Latte, Inalpi, Ferrero avviata dal 2009 è un modello reale di come si possano sviluppare percorsi virtuosi con una produzione di 1,8 milioni di quintali di latte all’anno che corrispondono al 20% della produzione piemontese. Per il settore cerealicolo, è vincente la sinergia con il Cap Nord Ovest che sostiene le maggiori produzioni della provincia: mais, frumento tenero, orzo, soia. Anche qui, le cifre indicano volumi importanti: nel 2017 sono stati conferiti al CAP circa 47.000 tonnellate di frumento ed orzo di cui circa 14.000 tonnellate ottenute dai contratti di filiera.
Avviati nel 2004, i contratti all’inizio coinvolgevano 25 aziende: oggi sono circa 350 e la superficie coltivata è di 2174 ettari. All’avanguardia anche la filiera del biologico, che si avvale della preziosa collaborazione con i mulini del territorio: tra le altre, la filiera del farro monococco, avviata in Alta Langa, dà una produzione di circa 2000 quintali certificati biologici. Concludono Rivarossa e Arosio: “Bene il cambio di passo da parte delle Istituzioni Europee, ma la Coldiretti “del fare” è già andata oltre”.
c.s.
CUNEO cuneo