Presidenti di fondazione “a vita”? L’addendum fa discutere (e i sindaci storcono il naso)
Nel testo, approvato da Fondazione Crc, si prevede la possibilità di prolungare gli incarichi. Boselli (Indipendenti) solleva anche il tema dei prodotti finanziariSe ne parla poco, ma è uno di quei temi che agitano le stanze del potere. L’addendum dell’Acri, ovvero l’associazione delle casse di risparmio italiane, è oggetto di varie considerazioni in vista della revisione del protocollo che la stessa Acri dovrà firmare con il ministero dell’Economia e delle Finanze.
Una revisione iniziata ad aprile e resa necessaria anche per modificare i limiti del protocollo del 2015 che, dopo i recenti rialzi dei titoli, rischiano di obbligare gli enti a cedere parte delle loro quote nelle banche. In una nota si parla dell’“aggiornamento dei limiti agli investimenti, con l’obiettivo di meglio rispondere alle caratteristiche degli asset e all’evoluzione dei mercati finanziari”, ma anche dell’“introduzione di strumenti di flessibilità per bilanciare il ricambio negli organi direttivi con la necessaria continuità strategica nel lungo periodo”.
Fuori dal gergo fumoso della comunicazione bancaria, significa la possibilità di allungare i termini del mandato dei presidenti e dei consigli generali delle fondazioni, portandoli dagli attuali quattro fino a sei anni. Salvando l’eventuale rinnovo, si apre all’ipotesi che lo stesso presidente (ma non il suo cda) resti in carica per la bellezza di dodici anni: tempi da sede papale o quasi.
Le fondazioni avevano tempo fino al 30 settembre per esprimersi sul testo e lo hanno fatto. La Fondazione Crc lo ha approvato all’unanimità, sebbene il presidente Mauro Gola si riservi di esprimersi in futuro sull’allungamento del mandato: “Ho dodici mesi per valutare con il territorio” è la sua risposta. Qualche altolà però è già arrivato. Uno, pesante, è quello di Fratelli d’Italia: “L’ipotesi di incrementare gli anni di mandato per i rappresentanti di alcuni organi della fondazione, pare addirittura valevole per il mandato in corso, non è opportuna e sicuramente non può essere decisa all’insegna dell’autosufficienza e dell’autoreferenzialità” avverte la federazione provinciale del partito pivot del centrodestra.
Ma anche i principali referenti istituzionali di palazzo Vitale, ovvero i sindaci di Cuneo, Mondovì e Alba, hanno qualche perplessità: “Meno diplomaticamente penso che il prolungamento sarebbe semplicemente vergognoso” taglia corto Giancarlo Boselli, capogruppo di Indipendenti, preannunciando un’interpellanza per il prossimo Consiglio comunale. Alla sindaca Patrizia Manassero l’esponente della minoranza chiede di convocare anche una commissione con il presidente di Crc.
Un accenno era già arrivato nella seduta settembrina dell’assise, quando Boselli ha sollevato un ulteriore tema, relativo agli investimenti della fondazione: “Nell’ultimo bilancio ci sono oltre 500 milioni di euro investiti in prodotti finanziari”. Una parte rilevante copre la partecipazione in Intesa Sanpaolo, all’interno della quale l’istituto cuneese detiene una quota dell’1,09% (nell’ultimo bilancio, i dividendi pagati dalla conferitaria ammontavano a 64 milioni di euro, in aumento del 37% rispetto al 2023). “Ma ci sono almeno altri 200 milioni genericamente investiti in prodotti finanziari” sottolinea Boselli: “È giusto che le tre città di riferimento, Mondovì, Alba e Cuneo, vedano 200 milioni di euro investiti in prodotti finanziari ‘vari’, o è arrivato il momento di dire che quei denari potrebbero servire per fare sinergia sul territorio?”.

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