PSR, Confagricoltura Cuneo a Torino: “Insoddisfatti delle rassicurazioni”
In centinaia alla manifestazione di protesta all’assessorato regionale all’Agricoltura“La partecipazione di tanti agricoltori alla manifestazione è la dimostrazione che il Piano di Sviluppo Rurale non sta dando risposte adeguate alle imprese agricole cuneesi e piemontesi. La nostra è stata una protesta, ma legata a proposte concrete per costruire un percorso condiviso; ad oggi tuttavia nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, non ci sentiamo ancora soddisfatti, per cui continueremo a essere vigili e attenti per rimarcare le cose che non condividiamo. Questo PSR era nato con l’obiettivo di riportare l’agricoltura al centro dell’economia piemontese, ma i presupposti lasciano a desiderare”. Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, commenta così l’esito della manifestazione organizzata venerdì 4 novembre da Confagricoltura Piemonte davanti all’assessorato regionale all’Agricoltura a Torino. Sono stati centinaia gli agricoltori che da ogni angolo della provincia di Cuneo e delle altre zone del Piemonte hanno espresso il loro disappunto nei confronti della gestione della politica di sviluppo rurale attuata dalla Regione Piemonte che esclude troppe aziende dall’accesso ai fondi europei dedicato all’agricoltura.
Una protesta annunciata, che la manovra in extremis dell’assessore non è riuscita ad evitare, mercoledì sera, con l’annuncio di alcune novità sul PSR. Il Programma di Sviluppo Rurale del Piemonte, così come attuato, non permette la crescita del settore, poiché impedisce a gran parte delle aziende di fare investimenti nel campo agroambientale e ai giovani di avviare un’impresa agricola.
A Torino a fianco dei 500 agricoltori c’era anche il presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi, a dire basta a questo sistema, alle difficoltà legate a una burocrazia macchinosa e anacronistica, incapace di garantire interpretazioni chiare delle norme, né tantomeno di fornire risposte e tempi certi agli imprenditori.
Nel caso del PSR, la dotazione finanziaria di 1 miliardo 90 milioni per il periodo 2014-2020 destinati al Piemonte potrebbero essere un ottimo volano di sviluppo per diversi comparti agricoli, se fossero distribuiti con una pianificazione concreta e lungimirante. Invece oltre il 54% dei giovani agricoltori aventi i requisiti viene escluso dalla graduatoria della Misura dedicata ai miglioramenti aziendali in pianura; in montagna rimane fuori quasi il 60% dei giovani aventi diritto. Per le Misure agroambientali, ovvero quelle dedicate a migliori tecniche di lavorazioni, più rispettose dell’ambiente, la percentuale degli esclusi supera il 70%.
Sul palco allestito in corso Stati Uniti si sono alternati i dirigenti di Confagricoltura delle varie province, il presidente regionale Gian Paolo Coscia, il presidente dei giovani agricoltori del Piemonte Giovanni Chiò. Una delegazione ristretta di Confagricoltura è stata ricevuta negli uffici dall’assessore Giorgio Ferrero, al quale sono stati chiesti alcuni impegni: negoziare con Bruxelles una riallocazione delle risorse per lo sviluppo rurale; non lasciare indietro nessuno, ovvero fare in modo di aprire i nuovi bandi prima che scadano i termini, permettendo così alle aziende escluse, ma aventi diritto, di non perdere i requisiti; e rimodulare le risorse per i miglioramenti aziendali. Il presidente nazionale Guidi ha inoltre chiesto a Ferrero di impegnarsi a sostenere la proposta di emendamenti per includere anche gli agricoltori tra i beneficiari dei super ammortamenti per gli investimenti, così come capita per l’agroindustria.
L’assessore Ferrero ha ribadito le posizioni della Regione su questi argomenti, condividendo l’intenzione di migliorare questo PSR, ma evidenziando al contempo la difficoltà di agire con le risorse disponibili.
“Sono impegni generici che non ci soddisfano – ha affermato il presidente regionale Gian Paolo Coscia – perché confermano la scarsa determinazione dell’assessorato a ricercare soluzioni positive. Continueremo la nostra battaglia per far sì che tutti i richiedenti possano realizzare gli investimenti programmati”.
La chiusura del presidio è stata affidata allo stesso presidente Mario Guidi: “Non siamo abituati a scendere in piazza facilmente – ma se lo facciamo è perché ci sono validi motivi. Le istituzioni locali non devono nascondersi dietro decisioni europee, ma capire che insieme si possono raggiungere risultati migliori per il Paese e la nostra economia. A partire da un alleggerimento burocratico quanto mai indispensabile”.
c.s.
CUNEO