"Questa ricorrenza non esalta la guerra: riconosce il sacrificio di chi ha garantito la libertà dell’Italia"
Il sindaco di Roccavione Paolo Giraudo replica alle dichiarazioni della consigliera regionale Giulia Marro, assente alle celebrazioni del 4 novembreIl sindaco di Roccavione Paolo Giraudo interviene sulle dichiarazioni della consigliera regionale Giulia Marro (AVS), che ha annunciato la propria assenza alle celebrazioni del 4 novembre motivandola con la “militarizzazione del quotidiano” e sostenendo che “vediamo le Forze Armate ovunque: nelle piazze, agli eventi, e sempre più spesso nelle scuole” dove, a suo dire, servirebbero piuttosto educatori e operatori sociali.
“È inconcepibile che chi ricopre un incarico pubblico si dissoci dall’onorare le Forze Armate e la Giornata dell’Unità Nazionale,” dichiara Giraudo. “Questa ricorrenza non esalta la guerra: riconosce il sacrificio di donne e uomini che hanno garantito la libertà dell’Italia, che oggi servono nelle missioni internazionali di pace, nella Protezione Civile, nel contrasto alle emergenze e nel supporto alle comunità.”
Replica poi a un passaggio della consigliera: “Se – come sostiene la Marro – le Forze Armate ‘si vedono dappertutto’, io lo considero una fortuna. Auspico anzi che la loro presenza sia ancora più visibile, perché è sinonimo di sicurezza, competenza e garanzia per tutti i cittadini, a partire dai più fragili”.
“Il 4 novembre è un momento di memoria e di unità: dividerci proprio su questa giornata è un errore istituzionale e culturale. A Roccavione l’abbiamo celebrata con rispetto e partecipazione”.
Di seguito il testo integrale del discorso pronunciato a Roccavione in occasione della celebrazione anticipata al 1° novembre per consentire una più ampia partecipazione
Care concittadine e concittadini roccavionesi, Autorità civili, religiose, militari e rappresentanti delle associazioni.
Oggi ci ritroviamo come ogni anno a ricordare la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, istituita dopo la vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale. Oltre un secolo è passato da quei fatti e nonostante i popoli del tempo che si riunirono nella Società delle Nazioni, nata per dirimere con la diplomazia ciò che prima avveniva con le armi, pochi anni dopo scoppiò una seconda e ben più terribile Guerra Mondiale.
Dalla fine di questa sono passati 80 anni nei quali si è vissuti in pace e prosperità ma come tutti sappiamo oggi nuovi venti di guerra soffiano impetuosi anche alle porte dell’Europa. Alcuni analisti e storici ritengono che questa epoca che stiamo vivendo sia molto simile al clima creatosi negli anni dieci del Novecento con una corsa al riarmo frenetica che portò appunto al primo conflitto mondiale mentre le uniche armi che dovrebbero parlare sono quelle della diplomazia e della pace tra i popoli. Concludo con una frase di Pio XII “nulla è perduto con la pace, Tutto può esserlo con la guerra, ritornino gli uomini a comprendersi”. Viva la pace, viva le Forze Armate e viva l’Italia.
Grazie.
ROCCAVIONE Roccavione

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