Sempre meno nuove imprese in Piemonte: a Cuneo si cresce solo dello 0,4%
Il tessuto produttivo regionale fatica ad ampliarsi in modo consistente. La spinta maggiore arriva dal settore dei servizi, turismo e le società di capitaleTra aprile e giugno, la crescita della base imprenditoriale in Piemonte è stata marginale. Il secondo trimestre si è infatti concluso con un progresso modesto, segno che il tessuto produttivo regionale, pur dimostrando tenuta e alcuni sprazzi di vitalità, fatica ad ampliarsi in modo consistente. Dall’analisi puntuale dei dati emerge, infatti, come nel periodo aprile-giugno di quest’anno, siano nate in Piemonte 5.667 imprese, 168 aziende in più rispetto al II trimestre 2024. Le cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio) si sono attestate a 3.782, 181 in meno rispetto alle 3.963 del II trimestre 2024. Il saldo è risultato positivo per 1.885 unità. Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine giugno presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta quindi a 419.635 realtà imprenditoriali.
“Il secondo trimestre del 2025 ha mostrato una crescita modesta (+0,45%) della base imprenditoriale piemontese, segnando un miglioramento rispetto al passato. Le società di capitale trainano con un +1,01%, mentre le società di persone faticano. È cruciale sostenere le piccole imprese con percorsi di sostegno e accompagnamento. Settori come servizi, turismo e costruzioni sono dinamici, ma dobbiamo rivitalizzare commercio, industria e agricoltura. Il nostro impegno è verso politiche che favoriscano una crescita più diffusa e un ecosistema che incentivi la nascita e la crescita delle imprese nell’intero Piemonte”, commenta Gian Paolo Coscia, presidente Unioncamere Piemonte.
La dinamica complessiva regionale mostra un tasso di crescita dello 0,45%, determinato dal bilancio tra iscrizioni e cessazioni. Tale performance, seppur più contenuta rispetto al dato nazionale (+0,56%), evidenzia un consolidamento positivo se confrontata con quelle piemontesi del secondo trimestre del 2024 (+0,37%) e del 2023 (+0,42%). L'analisi per forma giuridica conferma, come negli scorsi trimestri, un quadro a due velocità: mentre le forme societarie più strutturate mostrano maggiore tenuta, la base ben più ampia delle piccole e piccolissime imprese continua a contrarsi.
Nel II trimestre 2025 le società di capitale rappresentano il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale piemontese, mostrano infatti un tasso di crescita (+1,01%) nettamente superiore alla media regionale (+0,45%) e aumentano il loro peso, arrivando a costituire il 22,6% del totale. Al contrario, le società di persone, che costituiscono il 19,8% del totale, sono l'unica forma a registrare una lieve contrazione (-0,08%). L'andamento delle imprese individuali - la categoria più numerosa con una quota del 55,6% del totale - risulta positivo (+0,42%), ma con un'intensità inferiore alla media. Infine, le “altre forme”, che costituiscono il restante 2,0%, evidenziano una crescita minima (+0,22%). Nel trimestre aprile-giugno 2024, l'analisi settoriale mostra andamenti differenziati, il cui impatto sull'economia regionale varia in base al peso di ciascun comparto. La spinta maggiore arriva dal settore degli Altri servizi, che non solo registra il tasso di crescita più alto (+0,75%), ma essendo il comparto più grande con il 31,2% del totale, traina in modo decisivo il risultato complessivo. Mostra vitalità anche il Turismo (+0,69%), che pesa per il 7,0% del totale, e le Costruzioni (+0,64%), con un'incidenza del 15,6%. Tutti e tre si posizionano al di sopra della media regionale (+0,45%). Evidenziano invece uno sviluppo più debole il Commercio, secondo settore per numero di imprese (21,6%), con una crescita modesta del +0,22%, e l'Industria in senso stretto, che rappresenta il 9,2% del totale e segna un +0,12%. Infine, si conferma la lieve flessione del settore agricolo (-0,07%): un dato rilevante, dato che il comparto rappresenta ancora l'11,0% di tutte le imprese piemontesi. La modesta espansione del tessuto imprenditoriale regionale è il risultato di variazioni di lieve entità, seppur positive, registrate in tutte le province.
A sostenere la media regionale è principalmente Torino: pur trattandosi di una crescita contenuta, il suo +0,51% è il tasso più alto a livello piemontese e, dato il rilevante peso della provincia sul totale delle imprese (52,7%), fornisce il contributo più significativo. Si distingue anche la dinamica di Novara, che con un +0,50% su un peso del 7% si colloca leggermente al di sopra della media. Tutte le altre province si attestano su tassi di crescita ancora più contenuti e inferiori alla media regionale. Tra queste, Cuneo, la seconda provincia per numero di imprese (15,4%), segna un lieve aumento dello +0,40%. Un andamento simile si riscontra per Alessandria, terza per peso (9,4%), che registra la crescita più modesta di tutte (+0,29%). Chiudono il quadro le altre province, la cui incidenza sul totale è minore: Asti (che pesa per il 5,3% e cresce del +0,41%), Vercelli (peso del 3,5%, crescita del +0,43%), Biella (peso del 3,8%, crescita del +0,33%) e il Verbano-Cusio-Ossola (peso del 2,9%, crescita del +0,31%).

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