Tenda, tante incognite sul tunnel storico. E in valle Roya qualcuno chiede di ripensarci...
Per l'associazione Roya Expansion Nature il ripristino della doppia carreggiata comporterà conseguenze per la valle in termini di "inquinamento e qualità della vita"Ultimato con anni di ritardo il nuovo tunnel del colle di Tenda, l’attenzione ora si sposta su quello storico, il cui rifacimento - da cronoprogramma iniziale - avrebbe dovuto essere concluso nel 2020 e sul quale invece pendono una lunga serie di punti interrogativi, al punto da far temere una nuova “telenovela”, analoga a quella che ha accompagnato i lavori per la nuova galleria.
La sezione del vecchio traforo che si affaccia sul versante francese andrà costruita da zero, dopo la deviazione del tracciato del nuovo tunnel dovuta alle conseguenze della tempesta Alex del 2020: tra i lavori a cui Edilmaco sta provvedendo attualmente, quindi, anche l’adeguamento del versante stesso (per conoscere i tempi servirà attendere la prossima Cig che definirà gli orari di apertura del tunnel dal 15 settembre in poi). Un'incognita anche le coperture economiche: l’Italia ha già stanziato la sua parte, il 58% dei 130 milioni previsti, la Francia ancora no. Solo una volta definiti i dettagli dei finanziamenti si potrà procedere con l’appalto e i lavori. Ad oggi, insomma, è quasi impossibile pronosticare un orizzonte temporale preciso, ma di certo serviranno diversi anni.
Anche per questo motivo l’associazione Roya Expansion Nature, in un comunicato diffuso nelle scorse settimane, ha chiesto di ripensare l’opera, cancellando il rifacimento della vecchia galleria e “accontentandosi” del nuovo tunnel.
L’associazione parla di “preoccupazione per il futuro della valle Roya una volta completato il progetto della strada a doppia carreggiata”. Un’operazione che - si legge nel comunicato - “comporta rischi tecnici e finanziari”: "Ciò comporterà un aumento del traffico, esplicitamente descritto nello studio di impatto del 2007, con tutte le conseguenze che ciò comporta per la valle in termini di inquinamento e qualità della vita”.
Secondo Roya Expansion Nature “un'alternativa più leggera di quella attuale in termini di tempi di attesa potrebbe essere sostenibile: una volta completati i lavori sulla strada di accesso al tunnel, il semaforo potrebbe essere posizionato il più vicino possibile all'ingresso del tunnel, riducendo così i tempi di attesa. Questa alternativa al progetto originale consentirebbe di mantenere un tenore di vita sopportabile per tutti i paesi attraversati e porrebbe fine all'escalation finanziaria di questo inutile grande progetto. Se i fondi fossero così facilmente reperibili, sarebbero molto meglio utilizzati per la linea ferroviaria, che sta soffrendo molto”.
Secondo quanto riportato nel comunicato la riapertura a senso di marcia alternato ha portato con sè problemi di “rumore e velocità eccessiva”: “Immaginate quindi la pressione quando i due tunnel internazionali consentiranno il passaggio di mezzi pesanti fino a 44 tonnellate senza alcuna limitazione”. Il sospetto dell’associazione è che “l’ordinanza del 2017 che vieta i veicoli di peso superiore a 19 tonnellate non durerà a lungo, anche se l'RD6204 non è per nulla adatta ai veicoli pesanti”.
Roya Expansion Nature si rivolge quindi al Consiglio dipartimentale chiedendo quantomeno, nell’impossibilità di cancellare il rifacimento del traforo storico, di includere nel bilancio complessivo la “piccolissima ma fondamentale parte necessaria per misurare e mitigare l'impatto di questa riapertura: applicazione delle ‘zone 30 km/h nelle aree edificate’, installazione di dossi, autovelox (che forniscono informazioni in tempo reale sulle velocità eccessive ma potrebbero evolversi per emettere automaticamente multe in caso di mancanza di senso civico), dispositivi per rilevare i veicoli pesanti e le loro targhe, sensori di inquinamento atmosferico, analisi dell'inquinamento idrico”.

Valle Roya