Un fiume di persone in corteo per Gaza a Cuneo
“Siamo più di cinquemila” dicono gli organizzatori. Bergesio (Cgil): “I vetri rotti urtano i benpensanti, c’è violenza sociale ed economica anche nel nostro Paese”“Dal fiume al mare Palestina libera” recita lo striscione che apre il corteo del coordinamento Cuneo per Gaza. Un fiume di gente è quello che scende in piazza Europa, per muoversi verso il centro cittadino: “Siamo più di cinquemila” dicono gli organizzatori.
Folta la rappresentanza studentesca e quella sindacale, in occasione dello sciopero generale di Cgil e autonomi. Il segretario provinciale della Cgil Piertomaso Bergesio ringrazia “tutte le persone, soprattutto i più giovani, che stanno facendo questo presidio da domenica: uno spazio fisico dove ci siamo sentiti meno soli davanti alla tragedia che si sta consumando”. In piazza Europa gli interventi di apertura: “Siamo in questa piazza - dice Bergesio - anche per noi, perché sappiamo che il futuro passa attraverso la pace”. Una nota polemica sui “vetri rotti che urtano i benpensanti”, mentre “la violenza criminale, sociale ed economica, viene agitata continuamente anche nel nostro Paese”.
Il corteo si snoda comunque senza nessun incidente, come già nelle manifestazioni precedenti. Per la comunità islamica di Cuneo parla Ines Tazouda: “Non esiste pace senza giustizia, non esiste dialogo senza libertà, non esiste due popoli due Stati quando uno dei due viene sterminato. Siamo radicali nel chiedere giustizia, nel pretendere la fine dell'occupazione, nel dire che da Cuneo a Gaza la lotta è la stessa”.
Sara Doronzo del Cub ricorda il prezzo pagato dalla scuola in questa guerra: dall’inizio delle ostilità 396 scuole hanno subito un impatto diretto, 80 sono state completamente distrutte. Oltre 12800 studenti e 800 tra insegnanti e personale amministrativo sono stati uccisi e 625mila bambini non hanno avuto accesso all'istruzione per oltre un anno: “La Palestina non è e non può essere slegata dal rifiuto del riarmo europeo: 800 miliardi di euro in armi serviranno per nuove guerre, nuove macerie e nuovi lutti”. Massimo Gabella dell’Usb plaude al tentativo di forzare il blocco navale: “Gli attivisti della Global Sumud Flotilla sono stati fermati ma hanno dimostrato una volta di più la natura terrorista e piratesca dello Stato di Israele”.

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