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    CUNEO - Thursday 14 May 2020, 11:37

    Infermieri sul piede di guerra: ‘Basta con i mille o duemila euro ‘una tantum’, non lavoriamo a cottimo’

    Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, spara a zero sul decreto legge del governo: ‘Dimenticano i 40 colleghi morti per debellare il virus’
    Infermieri sul piede di guerra: ‘Basta con i mille o duemila euro ‘una tantum’, non lavoriamo a cottimo’
     
    “Offesi e umiliati da una politica orba, insensibile, incapace di rendere merito ad una classe di lavoratori che ha gestito con professionalità, anima e cuore, l’emergenza pandemia, lottando sul campo, alacremente. Rimettendoci anche la vita”: con queste parole cariche di rabbia e amarezza Antonio De Palma, presidente del sindacato infermieri Nursing Up, commenta l’inaspettata scomparsa ieri sera del bonus di mille euro previsto nella bozza del Decreto Legge Rilancio, e poi l’improvvisa ricomparsa, stamane, del premio che ora sembrerebbe addirittura aggirarsi intorno ai 2000 euro lordi.
     
    “A che gioco giochiamo? - sbotta De Palma - Che si parli di 1000 o di 2000 euro lordi qui siamo ancora di fronte ad un ‘una tantum’, come se la nostra professionalità fosse pagata ‘a peso’ in base all'importanza del momento considerato. L’ennesimo autogoal di questo governo, stavolta a pochi minuti dalla fine della partita”. Siamo di fronte, aggiunge il leader sindacale, “all’apice della più triste incongruenza”.
     
    Da Nursing Up giunge quindi la richiesta di riconoscimenti strutturali, di aumenti in busta paga che arrivino ogni mese e non un ‘una tantum’: “Perché noi infermieri non lavoriamo a cottimo. Vi pare giusto che bisogna aspettare un'emergenza sanitaria per ottenere un discutibile premio che, nella migliore delle ipotesi sarà di nemmeno 1500 euro netti dati una volta sola? Che fine hanno fatto, adesso, tutti coloro che elogiavano infermieri e medici?”.
     
    De Palma richiama alla memoria di quei quasi quaranta infermieri che sono morti per portare a termine il loro lavoro e aggiunge di sentirsi in colpa, “come presidente di un sindacato di categoria, di fronte alle famiglie di quei colleghi che si sono ammalati, che hanno svolto turni massacranti, che hanno indossato camici da macellaio nelle corsie, perché mancavano i corretti dispositivi di protezione”. Tanta indignazione non verte sui mille o duemila euro lordi, precisa, “che peraltro abbiamo bisogno di verificare se e come vengono declinati nel testo del decreto e che in se stessi non rispecchiavano certo il valore della nostra professionalità: è perché ci sentiamo presi in giro, è perché siamo all’ultimo posto”.
     
    Al punto 5 della bozza di decreto legge viene data una risposta alle continue richiesta di integrare gli organici infermieristici. Ma secondo il sindacato è “una promessa mantenuta solo a metà. Abbiamo fatto i conti e si parla di un numero che oscillerebbe tra 9600 e 10000 nuovi infermieri”. Ignorato invece l’appello all’introduzione del cosiddetto ‘infermiere di famiglia strutturato ed universale’, una figura che secondo i vertici di Nursing Up conferirebbe a questa tipologia di operatore - al pari di quanto avviene con i medici di famiglia - una doverosa uniformità organizzativa e di presenza territoriale.
     
    Va preso atto ancora una volta, accusa De Palma, della mancanza di visione programmatica e strutturale dei servizi sanitari: “Manca anche una risposta valida a quella carenza strutturale di almeno 53000 infermieri degli altri reparti e strutture, quella che c'era già prima dell'emergenza coronavirus. Insomma continua a non arrivare l’atteso reale cambiamento di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Questa pandemia non ci ha insegnato davvero nulla”.
    c.s.
    luogo CUNEO
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    Tag:
    lavoro - sanità - Infermieri - Governo - Nursing Up
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