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    CUNEO - Friday 18 December 2020, 11:51

    Nei primi nove mesi del 2020 in calo l'export della Granda

    Le vendite all’estero flettono del 10,5 per cento rispetto al periodo gennaio-settembre 2019: i dati diffusi dalla Camera di Commercio
    Nei primi nove mesi del 2020 in calo l'export della Granda
    Nei primi nove mesi del 2020 il valore delle esportazioni cuneesi di merci si è attestato a 5,5 miliardi di euro, dai 6,2 miliardi di euro del periodo gennaio-settembre 2019, registrando una variazione tendenziale del -10,5% che denota la sofferenza dovuta al blocco produttivo e alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, dato peraltro migliore rispetto a quello regionale (-17,6%) e nazionale (-12,5%).
     
    “I dati Istat relativi alle esportazioni cuneesi dei primi nove mesi dell’anno evidenziano un calo dell'export dovuto alle ricadute negative della pandemia, con l’unica eccezione del comparto degli alimentari e delle bevande, che anche in questo anno complicato ha confermato l’ottimo risultato del 2019. Il quadro generale è estremamente difficile, ma non dobbiamo subire passivamente gli eventi e l'ente camerale - sottolinea il presidente Mauro Gola - in sinergia
    con le istituzioni competenti e gli attori territoriali, sta lavorando per rispondere al meglio alle esigenze degli imprenditori, consapevole che da questa crisi possiamo risollevarci solo insieme, puntando sull’innovazione e sulla sostenibilità, per riprendere la corsa anche sui mercati internazionali".
     
    Il calo registrato dalle esportazioni cuneesi nel periodo gennaio-settembre 2020 è stato il risultato di andamenti negativi omogenei nei vari settori di specializzazione. Il comparto manifatturiero, che spiega il 94,7% dell’export cuneese, subisce un decremento dell’11,2%. L’unico settore con segno positivo è quello degli alimentari e delle bevande che, con una quota del 37,2%, ha una variazione tendenziale positiva dello 0,9%, seguito dai prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca che registrano un -0,2%. La filiera del legno è quella che paga le maggiori conseguenze con il -37,5%, seguita da metalli di base e prodotti in metallo (-28,2%), mezzi di trasporto (-18,4%), macchinari e apparecchi (-16,2%), articoli in gomma e materie plastiche (-13,9%), per chiudere con gli altri prodotti delle attività manifatturiere (-10,5%).
     
    Per quanto concerne i mercati di sbocco le performance sono negative sia verso i partner dell’Unione europea 27 post Brexit (-13,2%), che assorbono il 63,5% del totale delle vendite di merci cuneesi oltre confine, sia verso i mercati extra Ue-27 post Brexit (-5,2%), che rappresentano il restante 36,5%.
     
    Nel dettaglio dei singoli Paesi dell’Unione Europea, la Francia, sebbene si confermi il primo partner commerciale della provincia di Cuneo, generando il 19,2% delle esportazioni locali, registra una flessione degli scambi del 10,6% seguita dalla Germania, con un’incidenza del 15,9% e una flessione altrettanto significativa (-11,8%). I risultati peggiori si sono registrati con Polonia (-27,8%), Portogallo (-25,0%), Spagna (-22,5%) e Repubblica Ceca (-18,1%). Al di fuori dei confini europei Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Canada e Russia continuano a rappresentare, nonostante le criticità, i principali mercati di sbocco delle merci della nostra provincia. In questo frangente va evidenziata la crescita delle vendite verso i mercati americano (+4,5%), canadese (+6,8%) e australiano (+6,2%) grazie all’export di vini e bevande, mentre si evidenziano cali sensibili in particolare verso il Regno Unito (-13,6%), che rappresenta il secondo mercato di sbocco del “made in Cuneo”, e la Svizzera (-4,4%).
    c.s.
    luogo CUNEO
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    export
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