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    CUNEO - Wednesday 16 December 2020, 14:08

    Nei primi nove mesi del 2020 l'export piemontese segna una flessione del 17,6 per cento

    I dati diffusi da Unioncamere. Frenano automotive e paesi extra Ue, tengono le vendite oltre confine dei prodotti dell’industria alimentare, cresce solo la farmaceutica
    Nei primi nove mesi del 2020 l'export piemontese segna una flessione del 17,6 per cento
    Nei primi nove mesi del 2019 il valore delle esportazioni piemontesi si è attestato a 28,9 miliardi di euro,registrando una contrazione del 17,6% rispetto all’analogo periodo del 2019. Questo risultato evidenzia le criticità che sta vivendo il tessuto produttivo locale. La crisi manifestata dalle esportazioni regionali è apparsa, infatti, più pesante rispetto a quella riscontrata a livello complessivo nazionale, realtà per la quale il valore delle esportazioni ha segnato una flessione del 12,5% rispetto al periodo gennaio-settembre 2019.
     
    Nei primi nove mesi del 2020 la contrazione dell’export è stata ampia e ha interessato quasi tutte le regioni italiane. A fornire i contributi negativi maggiori sono state le grandi regioni del Nord - Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna – che hanno registrato decise riduzioni delle vendite verso i principali mercati di destinazione dei prodotti italiani, quali Germania, Francia e Stati Uniti.
     
    "L’emergenza Covid continua a condizionare pesantemente l'export piemontese dei primi nove mesi del 2020: le fette di mercato che continuiamo a perdere rappresentano una ferita alla nostra economia e al lavoro dei imprenditori che, nonostante tutto, vogliono scommettere nel loro lavoro e nel valore dei loro prodotti. Come istituzioni dobbiamo raccogliere questo importante campanello d'allarme e individuare nuove e straordinarie strategie che permettano alle nostre aziende di non arretrare e ai nostri prodotti d'eccellenza di varcare i confini italiani", dichiara il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.
     
    Nonostante la performance deludente delle nostre vendite oltre confine, anche nel periodo gennaio-settembre 2020, il Piemonte si è confermata la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,3% sul totale nazionale, peso in  netto calo rispetto al 9,9% dell’analogo periodo del 2019 e al 10,5% dei primi 9 mesi del 2018. La distanza dalla Toscana, quinta con una quota del 9,0% dell’export nazionale, risulta ormai marginale. Tra le principali regioni esportatrici (tutte con una contrazione a doppia cifra) il Piemonte è stata quella che ha realizzato il risultato peggiore. La Lombardia ha subito un calo delle vendite oltre confine del 13,4%, per il Veneto la flessione si è attesta all’11,0%, mentre la Toscana e l’Emilia Romagna hanno segnato una contrazione rispettivamente pari a 10,6 e 10,9 punti percentuali.
     
    Il trend evidenziato dalle esportazioni regionali nel periodo gennaio-settembre 2020 è stato negativo per la maggioranza dei settori di specializzazione piemontesi ad eccezione però del comparto della farmaceutica, che nel contesto pandemico, ha segnato una crescita a doppia cifra (+24,1%). L’alimentare ha tenuto sui livelli dell’anno precedente (-0,5%), mentre tutti gli altri grandi attori delle vendite oltre confine hanno subito una pesante battuta d’arresto. A penalizzare maggiormente il nostro export è stato, ancora una volta, il settore dei mezzi di trasporto. Questo comparto, che genera poco meno di un quarto delle esportazioni regionali, aveva patito una frenata già nel biennio 2018-2019, confermata anche dal risultato complessivo dei primi 9 mesi 2020 (-29,5%). In particolare la flessione più impattante ha riguardato l’export di autoveicoli (-36,7%).
     
    L’altro grande malato del 2020 è il comparto tessile, che ha registrato diminuzioni importanti sia dal lato della produzione industriale che sui mercati esteri. Per questo settore l'export nei primi 9 mesi del 2020 ha subito complessivamente un crollo del 20,9%, frutto della flessione del 27,5% dei prodotti tessili, del 16,5% dell'abbigliamento e del 9,3% degli articoli in pelle e accessori. Anche per le industrie dei metalli la contrazione delle vendite oltre confine rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente appare particolarmente dura (-20,3%). La meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali, segna una calo del 17,8%. Al di sotto della flessione media regionale troviamo la gomma plastica (-14,9%) e l’industria chimica (-8,1%). 
     
    Per quanto riguarda i mercati di sbocco, nei primi 9 mesi del 2020 il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 56,1%dell’export regionale, dato calcolato in un contesto post Brexit al netto della Gran Bretagna. Si è parallelamente incrementato quindi il peso esercitato sul totale delle esportazioni regionali dai Paesi extra Ue-27 (43,9%), che includono ora i dati del Regno Unito. Complessivamente le esportazioni verso i mercati comunitari sono diminuite del 16,4% rispetto ai primi 9 mesi del 2019. Negativi i risultati su tutti i principali mercati europei. La Francia si conferma il primo partner per il Piemonte, con una quota pari al 14,5% dell’export piemontese, ma segna una flessione a doppia cifra (-17,8%) nel periodo in esame. In forte calo anche l’export sul mercato tedesco (-16,2%), che assorbe circa il 13,8% delle nostre vendite oltre confine.
     
    Pesantemente negative anche le variazioni registrate verso Spagna(-21,8%), Polonia (-25,6%) e Belgio (-11,2%). Ancora più penalizzante è risultata la performance sui mercati extra Ue-27. Se complessivamente la diminuzione delle esportazioni in quest’area si è attestata al 19,1%, la flessione è apparsa decisamente più intensa verso gli Usa (-22,6%), primo mercato extra Ue per il Piemonte, la Gran Bretagna (-22,5%) e la Svizzera (-30,2%). Le vendite di prodotti piemontesi in Cina calano di 15 punti percentuali, la Turchia segna una flessione del 12,8%, mentre ancora più pesante appare la contrazione delle esportazioni verso il Brasile (-21,8%).
    c.s.
    luogo CUNEO
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    export
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