Scuola, Calderoni attacca: "Accorpamenti camuffati da programmazione"
L'intervento del consigliere regionale del PD dopo l'approvazione dei Piani di programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per il prossimo triennioRiceviamo e pubblichiamo.
Col solito entusiasmo ideologico, la destra mette mano alla geografia scolastica del Piemonte piegando una banale operazione di accorpamento alla grancassa della propaganda. Lo abbiamo visto nell’ultima seduta del Consiglio Regionale, dove la maggioranza ha approvato i nuovi Piani di programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per il triennio 2024/25 - 2026/27.
Un atto che, nelle parole degli esponenti di Fratelli d’Italia, suona come un inno all’efficienza, al merito, all’identità nazionale e al rispetto delle regole. Ma dietro ai proclami altisonanti si nasconde la solita realtà: istituti scolastici accorpati, soprattutto nelle aree interne, montane e rurali, e presìdi di comunità sacrificati sull’altare di una logica metropolitana.
È l’ennesima dimostrazione di come, sotto l’etichetta della “semplificazione operativa”, si mascheri una visione miope e centralista, che continua a leggere il territorio con lenti vecchie di decenni. Le dinamiche demografiche in atto, specialmente nelle zone periferiche, richiederebbero invece una strategia inversa: rafforzare la presenza dello Stato, attraverso la scuola e altri servizi pubblici proprio laddove la coesione sociale è più fragile e il rischio di spopolamento più elevato. Dalla mia esperienza da sindaco mi permetto di suggerire una proposta: perché non concordare e coordinare l’efficientamento degli istituti coinvolgendo le realtà sopra i 10 mila abitanti, dove sono più presenti i servizi di trasporto pubblico e che sono consolidate piattaforme di servizi pubblici per le aree territoriali di riferimento?
Una programmazione intelligente e attenta alla capillarità nei territori marginali dovrebbe partire da qui: dall’ascolto delle comunità locali, dall’analisi delle specificità territoriali, dal coraggio di invertire la tendenza allo svuotamento delle aree fragili. Invece, si procede con criteri standardizzati e generici che portano all’eliminazione di sedi dirigenziali, quasi sempre svuotando ulteriormente quei territori già in sofferenza. E lo si fa con l’aggravante di un racconto ideologico che cerca di giustificare tagli e accorpamenti come scelte di qualità e di visione strategica.
Mauro Calderoni
Consigliere regionale Partito Democratico
c.s.

Mauro Calderoni
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