Ecobonus, ma non per tutti: la Granda tagliata fuori dagli incentivi per l'acquisto di auto elettriche
Dal 15 ottobre al via le domande, ma Cuneo e provincia non figurano nelle "Aree urbane funzionali" individuate dall'Istat che potranno accedere ai fondiEcobonus, ma non per tutti (e non per i cuneesi). Dopo l’ok della Corte dei conti, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 8 settembre il decreto che definisce i criteri e le modalità per accedere agli incentivi statali per l’acquisto di auto nuove, riservato esclusivamente ai veicoli elettrici: a disposizione ci sono 597 milioni di euro derivanti dal PNRR. L’incentivo per i privati può arrivare fino a 11 mila euro ed è concesso a fronte dell’acquisto, entro il 30 giugno 2026, di mezzi elettrici con rottamazione obbligatoria di analoghi veicoli con motore termico fino a Euro 5: la piattaforma per la richiesta andrà online il prossimo 15 ottobre, mentre dal 18 al 22 settembre i concessionari potranno accreditarsi per gestire il bonus. A far discutere è però l’introduzione di un nuovo parametro, oltre a quelli reddituali, che limiterà fortemente l’accesso ai fondi, vale a dire la residenza (o la sede legale) in uno dei Comuni delle cosiddette aree urbane funzionali, territori caratterizzati da una città (non necessariamente capoluogo di provincia) e da alcuni Comuni contigui con elevati flussi di pendolarismo. Aree di cui non fa parte la provincia di Cuneo.
Le Fua (acronimo di Functional urban area) sono state individuate dall’Istat sulla base del censimento del 2011 e sono oggetto di revisione sulla base del censimento del 2021. I Comuni coinvolti sono in totale 1.892, nei quali risiedono circa 32,9 milioni di abitanti. Insomma, circa la metà della popolazione italiana è tagliata fuori a causa del criterio geografico.
Scrive Quattroruote in un approfondimento pubblicato la scorsa settimana: "Tra i circa 33 milioni di ‘privilegiati’, potranno accedere al bonus solo quelli con Isee fino a 40 mila euro; e, tra questi, solo quelli in possesso di una macchina fino a Euro 5 da rottamare. Vetture, tra l’altro, meno presenti nelle aree urbane densamente popolate. Insomma, un incentivo per relativamente poche persone”.
Ma c’è di più. Attualmente, le Fua sono 83: in 75 casi il territorio fa riferimento a un Comune capoluogo di provincia, mentre negli altri otto si tratta di centri popolati, ma non capoluogo. Tra questi Acireale, Bisceglie, Sassuolo, Battipaglia e Cerignola, tutte città con popolazione inferiore o simile a quella di Cuneo (55 mila abitanti), che invece non figura nell’elenco. La Granda, infatti, è del tutto esclusa dagli incentivi, mentre sono inclusi capoluoghi (e relative province) meno popolati: è il caso, tra gli altri, di Campobasso (47 mila abitanti), Lecco (47 mila abitanti) o Pordenone (52 mila abitanti). Insomma, scorrendo l’elenco delle Fua risulta evidente l’incongruenza che esclude totalmente un’area, quella della Granda, in cui abitano oltre 580 mila persone e che rappresenta uno dei cuori produttivi del nord Italia con le sue migliaia di aziende.
Le Fua sono state individuate dall’Istat sulla base del censimento del 2011 e nelle scorse settimane, come detto, si era parlato di una revisione sulla base del censimento del 2021: nel momento in cui scriviamo, però, la provincia di Cuneo non ne fa parte. Una beffa per il mezzo milione abbondante di residenti in provincia e per le tantissime aziende attive in questo territorio.

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