X
X
Cuneodice.it
Home Cronaca Politica Eventi Attualità Sport Cultura Varie Rubriche Ultime Notizie
Tutta la provincia Cuneo e valli Saluzzese Monregalese Saviglianese Fossanese Alba e Langhe Bra e Roero Il Buschese
Login
Cerca ArticoliCase Cuneodefunti Cuneo
Login
Cuneodice.it
QUOTIDIANO ONLINE
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Eventi
  • Attualità
  • Sport
  • Cultura
  • Varie
  • Rubriche
  • Ultime Notizie
  • ABBONATI
    • tutta la provincia
    • Cuneo e valli
    • Saluzzese
    • Monregalese
    • Saviglianese
    • Fossanese
    • Alba e Langhe
    • Bra e Roero
    • defunti Cuneo

    Home \ Attualità \ SaluzzeseVendita case Saluzzo

    LAGNASCO - Tuesday 13 October 2020, 21:21

    Processo ‘Momo’, la Cgil sarà parte civile contro i sette accusati di caporalato

    Il giudice Alice Di Maio ha accettato la richiesta presentata dal sindacato e dalla sua federazione agricola: ‘Una tappa fondamentale del nostro lavoro’
    Processo ‘Momo’, la Cgil sarà parte civile contro i sette accusati di caporalato
     
    Nel pomeriggio di ieri, lunedì 12 ottobre, il giudice Alice Di Maio ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile da parte di Cgil e Flai Cgil al processo per caporalato derivante dall'inchiesta della procura di Cuneo, ribattezzata “Momo”, dal soprannome del caporale del Burkina Faso che, secondo le indagini, svolgeva attività di reclutamento e intermediazione per conto di alcune aziende agricole del Saluzzese, che poi impiegavano i lavoratori in condizioni di grave sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno.
     
    Si dice “molto soddisfatto” della decisione il segretario provinciale di Flai Andrea Basso: “Le motivazioni del giudice riconoscono il ruolo del sindacato su questo territorio e il lavoro costante a sostegno dei lavoratori più fragili che spesso accettano condizioni minime perché corrono il rischio di diventare invisibili. Questo processo ci riguarda eccome ed è una tappa fondamentale del nostro lavoro, che vuole portare legalità in un settore ancora troppo colpito da fenomeni di caporalato, lavoro nero e grigio”.
     
    Le difese sostenevano che la costituzione in oggetto non fosse ammissibile poiché il sindacato non avrebbe subito un danno immediato e diretto collegato con i reati contestati. Tuttavia, il giudice Di Maio, richiamandosi alla giurisprudenza pregressa, in particolare al caso ThyssenKrupp, ha dichiarato “pacifico” il diritto degli enti collettivi di costituirsi parte civile tutte le volte che viene leso un interesse che essi assumono a ragione della loro esistenza e della loro attività. Per verificare se le associazioni abbiano questo diritto si procede con una doppia verifica: che gli interessi perseguiti siano coincidenti con quelli violati dal reato e che i valori costitutivi siano perseguiti in azioni concrete e quotidiane.
     
    Decisiva la documentazione prodotta dall'avvocato Valentina Sandroni, che ha testimoniato con precisione l'attività svolta dal sindacato, declinata in azioni di formazione e informazione come l'Infopoint, di comunicazione ordinaria, la partecipazione a tavoli di lavoro, i partenariati sui progetti ministeriali come “Buona Terra”, il ruolo proattivo alla stipula dei recenti protocolli siglati con la Prefettura.
     
    Commenta il segretario provinciale della Cgil Davide Masera: “Partecipare al processo è per noi un fatto di fondamentale importanza. Premia il lavoro quotidiano della nostra organizzazione e dei suoi funzionari. Sono convinto che lavorare per la legalità sia la migliore difesa della parte onesta del sistema frutticolo saluzzese che, sia chiaro, noi vogliamo difendere. Sarebbe buona cosa smetterla di accusare il sindacato di fare la caccia alle streghe: vogliamo essere portatori di una cultura del rispetto e ribadire la necessità che il sistema saluzzese venga sempre più orientato ai diritti. Cgil difende i diritti dei lavoratori. In questo processo ci sono dei lavoratori sfruttati, noi stiamo dalla loro parte e siamo con loro”.
     
    Insieme a Flai Cgil, anche l’associazione Sicurezza e Lavoro rappresentata dall’avvocato Mattalia ha visto accolta la richiesta di costituzione come parte civile. Quello che si aprirà il prossimo 30 novembre è il primo processo per caporalato in provincia di Cuneo dall’introduzione del nuovo reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Le pene per i cosiddetti ”caporali” contemplano la reclusione da cinque a otto anni e una multa da 1.000 a 2.000 euro per ogni lavoratore coinvolto.
    Redazione
    luogo LAGNASCO
     Condividi
    Tag:
    lavoro - FLAI-CGIL - caporalato - Cgil - Cronaca - Sindacato - Stagionali
    commenti
    Effettua il login per commentare
    notizie interessanti
    Menu
    • Home
    • Cronaca
    • Politica
    • Eventi
    • Attualità
    • Sport
    • Curiosità
    • Cultura
    • Varie
    • Rubriche
    • Altro
    Redazione

    [email protected]
    Maggiori informazioni...

    Cerchiamo collaboratori!
    Scrivici e dai voce alla tua passione

    Territori
    • Cuneo e valli
    • Saluzzese
    • Monregalese
    • Saviglianese
    • Fossanese
    • Alba e Langhe
    • Bra e Roero
    • Il Buschese
    Edizioni
    • italia
    • torino
    • genova
    Cuneodice.it Applicazione per smartphone Android
    Cuneodice.it Applicazione per iPhone e iOS
    Feed RSS

    Privacy Policy - P.IVA 03978350043 powered by Publidok S.r.l.

    Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti. Continuando a navigare ne accetti l'utilizzo. Leggi di più
    OK